Usa e Uk continuano a inviare armi al confine con Kiev, conflitto con la Russia più vicino

Nonostante Biden continui a dichiarare l’esigenza di una soluzione diplomatica del conflitto, la tensione con il Cremlino resta altissima. La guerra non è mai stata così vicina. 

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“Ho avuto un incontro molto, molto, molto buono. C’è totale unanimità con tutti i leader europei”

Queste le dichiarazioni del Presidente Usa Joe Biden al termine della videoconferenza con gli alleati europei. Un vertice per discutere della difficile situazione che si sta creando in Ucraina, con l’America che continua a sostenere come un’invasione della Russia diventi sempre più probabile con il passare dei giorni. Alla videoconferenza hanno partecipato il premier francese Macron, il nuovo cancelliere tedesco Scholz, il primo ministro britannico Boris Johnson, il Presidente del Consiglio Europeo Michel, la Presidentessa della Commissione Europea Ursula Von der Leyen e il segretario generale della Nato Stoltenberg. In Italia, Palazzo Chigi ha diffuso una nota per spiegare come durante il vertice si sia ragionato su come affrontare al meglio la crisi diplomatica con la Russia, e come garantire il massimo sostegno a Kiev in questa situazione. 

La Nato continua ad avanzare e Putin è sempre più irritato

Se da un lato l’amministrazione Biden continua a insistere sulla necessità di una soluzione diplomatica al problema, l’america ha però già iniziato a inviare armi all’Ucraina. Segno inequivocabile che una guerra con la Russia non è mai stata così vicina come in questo momento. Il dialogo però è ancora possibile. Non bisogna infatti dimenticare come durante gli ultimi colloqui a Ginevra, gli Usa si siano impegnati formalmente a fornire al Cremlino alcune risposte scritte che garantiscono la non belligeranza ai confini. Se da un lato infatti gli Stati hanno accusato Putin di spingere le sue truppe al confine, il Presidente russo si è difesa a sua volte dichiarando che è invece la Nato a pressare sui confini, e la scelta dell’esercito russo va intesa come semplice difesa degli interessi nazionali. Ma proprio in ragione di questo, Putin è sempre più irritato: la Nato infatti non indietreggia e anzi continuano a inviare navi e caccia militari in Europa dell’est. Anche il Pentagono ha annunciato in questi giorni di aver diramato un allerta a circa 8 mila soldati. la tensione tra le due superpotenze è ormai ben oltre il limite di guardia, e già la decisione degli Usa di far evacuare le sedi diplomatiche dall’Ucraina, mostra bene quanto un conflitto armato sia ormai un’ipotesi molto concreta. L’Unione Europea appoggia formalmente le distanze atlantiche, ma non è ancora chiaro in realtà se si tratterà di un sostegno diplomatico o anche militare nel caso in cui la situazione degenerasse. 

Ue disponibile a varare nuove sanzioni contro la Russia

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Sulle sanzioni economiche da infliggere alla Russia se continua, almeno secondo le accuse, in questa opera di destabilizzazione, l’Ue ha invece dato disponibilità totale. Si era anche discusso della possibilità di escludere il Cremlino dal sistema internazionale di pagamenti, ma potrebbe trattarsi di una mossa suicida, che spingerebbe tanti partner commerciali ad abbandonare l’occidente in favore di Putin. Contro la Russia ha poi preso posizione in modo convinto e univoco l’Inghilterra, che negli ultimi giorni accusa Putin di voler effettuare un vero e proprio colpo di stato sul territorio icraino, deponendo il premier Zelensky in favore di un premier “fantoccio”. Accuse che il Ministro degli Esteri russo Lavrov continua a respingere, attaccando a sua volta Johnson colpevole a suo giudizio di favorire la tensione foraggiando la disinformazione. Da non trascurare comunque che anche l’Inghilterra ha iniziato a mandare armi all’Ucraina evitando però di invadere lo spazio tedesco per farlo. Non è chiaro infatti cosa faranno le nazioni come l’Italia, la Francia e la Germania, che con Mosca invece hanno rapporti diplomatici che di certo non possono essere annullati di colpo. 

Usa e Germania riflettono sulla possibilità di bloccare il gasdotto North Stream 2

E non è un caso che Scholz continui ad invitare gli alleati alla prudenza, spingendo per le sanzioni. Anche perché l’alternativa è un conflitto armato che segnerebbe l’inizio di una guerra di cui nessuno conosce i risvolti futuri. E tra le ipotesi in campo, c’è anche quella di bloccare il gasdotto North Stream 2, che collega le coste della Russia con quelle tedesche. La questione è comunque stata messa in stand-by dal segretario di stato Usa Blinken, che afferma come per il momento sia troppo presto per pensare a questa eventualità. Bisogna invece a suo parere convincere la Russia a ritornare indietro sui suoi passi. Mosca però ha un arma per far tremare il vecchio continente in caso di nuove sanzioni non indifferente: il Cremlino si occupa infatti di fornire oltre il 40 per cento del gas consumato dall’Unione Europea.  Evidente che, in una situazione già di per sé incandescente dove il prezzo dell’energia continua a salire a ritmi vertiginosi, un’interruzione di fornitura da parte della Russia potrebbe dare vita a una vera e propria tragedia sociale, con milioni di famiglie europee che resterebbe di colpo senza energia. 

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Anche per questo gli Stati Uniti stanno da tempo parlando con il Qatar per cercare di assicurare al vecchio continente un rifornimento alternativo di gas. La notizia è stata riportata dal quotidiano tedesco Bild che ha inoltre raccontato come anche il governo tedesco si stia al momento preoccupando di redigere un piano di evacuazione delle ambasciate su suolo ucraino, nel caso in cui la situazione degenerasse ulteriormente.

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