M5S: è scontro totale tra di Maio e Conte, ma Grillo richiama all’unità

Le divisioni all’interno del Movimento si concretizzano in due schieramenti: chi sta con il ministro chi con l’ex-premier. Come finirà?

E’ guerra aperta all’interno del Movimento 5 Stelle in seguito alle divisioni venute a galla durante l’elezione del Presidente della Repubblica. Se Luigi Di Maio si è dimostrato fedele al patto stretto con il Partito Democratico, Giuseppe Conte ha invece tentato di rinnovare il rapporto con Matteo Salvini e la Lega nel tentativo di fornire un appoggio in termini di voti dei delegati del M5S per eleggere un Capo dello Stato gradito al centrodestra. Risultato: il tentativo di Conte è andato fallito e il partito appare più frammentato che mai.

Si preparano quindi due grandi fronti dentro il Movimento: da una parte il ministro degli Esteri e i suoi sostenitori, ala più governista dei pentastellati, dentro cui si muovo anche le ex-sindache di Roma e Torino Virginia Raggi e Chiara Appendino; dall’altra l’ex-presidente del Consiglio, appoggiato tra gli altri anche dall’ex-deputato Alessandro Di Battista. L’obiettivo è quello di prendersi il controllo del partito, intanto a fare da mediatori i capigruppo di Camera e Senato Davide Crippa e Mariolina Castellone ma anche il fondatore/garante del M5S Beppe Grillo.

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L’immagine pubblicata da Grillo sul suo post: una foto promozionale del film Cercasi Gesù, da lui interpretato nel 1982

CUPIO DISSOLVI

L’ex-comico con un lungo post sul suo blog dal titolo Cupio dissolvi, ha richiamato all’unità affinché il Movimento 5 Stelle rimanga unito. Grillo chiede di non perdere quanto costruito insieme al defunto Gianroberto Casaleggio e utilizza una metafora: “Una volta un padre venerabile (Bapu Mahatma Ghandi) disse ai suoi ‘sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo’ – scrive Grillo – Così egli (l’Elevato) non volle essere un padre padrone, ma un padre che dà ai figli il dono più grande. Sicché rinunciò a sé per consentire il passaggio dall’impossibile al necessario. Non dissolvete il dono del padre nella vanità personale (figli miei). Il necessario è saper rinunciare a sè per il bene di tutti, che è anche poter parlare con la forza di una sola voce. Ma se non accettate ruoli e regole restano solo voci di vanità che si (e ci) dissolvono nel nulla”. Il post ha ricevuto il like di Conte.

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LA GUERRA CIVILE DEL M5S

Difficile però che il richiamo possa sortire effetti sperati tra i due. Sebbene molti parlamentari invochino alla pace, Di Maio e Conte sono definitamente ai ferri corti. Il primo è stato e rimane pupillo di Grillo e vero mediatore con le altre forze politiche, il secondo si sente scavalcato in ruolo che non è mai stato veramente suo, quello di capo politico dei 5S, e vuole affermare l’autorità che gli è stata concessa da Grillo in persona.

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Da risolvere inoltre una serie di questioni che hanno breve scadenza. Prima di tutto la regola dei due mandati: Conte imporrà il rispetto di uno dei principi cardine dei grillini o accetterà, come ha già deciso Di Maio, di oltrepassarla? E chi stabilirà candidature e posizioni all’interno delle liste? Inoltre c’è da risolvere la questione alleanze e legge elettorale: con quale sistema andare al voto, correndo da soli o con il centrosinistra? Lo scontro è appena all’inizio, i nodi prima o poi vengono al pettine.

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