Oxfam, è emergenza in Africa: 6 persone muoiono di fame ogni minuto

Oxfam, è emergenza in Africa: 6 persone muoiono di fame ogni minuto, e 93 milioni di persone in 36 paesi stanno rimanendo letteralmente senza cibo. “Una disperata realtà, la popolazione è allo stremo”.

Africa allarme Oxfam - meteoweek.com
malnutrizione in Africa, allarme della Oxfam (foto via Oxfam International) – meteoweek.com

Nuovo allarme lanciato da Oxfam. Alla vigilia del summit dei leader dell’Unione Africana del 5 e 6 febbraio sull’emergenza alimentare, in programma ad Addis Abeba, e in occasione del vertice con i leader Ue sulla crisi programmato invece per il 17 e 18 febbraio a Bruxelles, l’organizzazione britannica offre un preoccupante report in merito ai casi di malnutrizione nel continente. Secondo quanto viene illustrato, infatti, in questo momento in Africa 1 persona su 5 (ovvero 282 milioni di abitanti) soffre di denutrizione, mentre 93 milioni di persone in 36 paesi stanno rimanendo letteralmente senza cibo.

Una disperata realtà, popolazione allo stremo

Lancia un forte allarme Oxfam, organizzazione che da sempre si batte contro le disuguaglianze per porre fine alla povertà e all’ingiustizia. In Africa i casi di malnutrizione sono altissimi, e riguardano principalmente donne e bambini. Come spiegato dalla nota ufficiale, “nella regione sub-sahariana un bambino muore per fame ogni 30 secondi, 1 su 3 sotto i cinque anni soffre di denutrizione cronica, mentre 2 donne su 5 (in età fertile) soffrono di anemia per carenza di cibo”. Nel frattempo, “i prezzi dei beni alimentari in tutto il continente sono schizzati alle stelle, più alti del 30/40% rispetto al resto del mondo, in proporzione al PIL pro-capite”.

Sul drammatico quadro si è espresso anche Francesco Petrelli, policy advisor per la sicurezza alimentare di Oxfam Italia.  “Nel 2020 il 60% della popolazione africana – quasi 800 milioni di persone – ha sofferto di insicurezza alimentare: 90 milioni di persone in più rispetto all’anno precedente. Crisi climatica, pandemia e guerre alimentano la fame che ogni minuto causa la morte di 6 persone e richiedono una risposta urgente da parte dei leader africani”.

“Diversi paesi africani – ha spiegato ancora Petrelli – stanno aumentando gli investimenti in assistenza sanitaria e forme di protezione sociale per rispondere allo shock pandemico, ma si tratta di misure ancora insufficienti e scollegate tra loro. La disperata realtà è che le famiglie faticano a sfamare i propri figli, vendono il bestiame sopravvissuto a siccità sempre più dure e lunghe, perdono i raccolti. Oltre 3 milioni di persone in Somalia hanno dovuto lasciare le proprie case, perché sull’orlo della carestia, in Ciad, Benin, Niger, Mali e Mauritania gli allevatori sono allo stremo”.

Africa allarme della Oxfam - meteoweek.com
Africa in ginocchio, paese “depredato da ogni ricchezza”  (foto via Heca Oxfam)- meteoweek.com

La situazione del continente è estremamente preoccupante. Da un lato “continua ad esser depredato di ogni ricchezza”, con la pandemia di Covid-19 che non aiuta il Paese a rimanere in piedi (“nella corsa ai vaccini Covid l’Africa è arrivata ultima, con il mondo ricco che si è assicurato gran parte delle forniture globali”, viene spiegato da Oxfam). Ma ad aggravare un quadro già precario è anche “l’impatto dei conflitti locali e di un cambiamento climatico che sta portando ad un aumento delle temperature decisamente superiore rispetto alla media globale di 1,2 gradi”. “La siccità ha decimato migliaia di ettari di raccolti e ucciso il bestiame, ossia tolto a milioni di persone la loro fonte primaria di reddito e sostentamento”, viene riferito dall’organizzazione.

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Nel Corno d’Africa, “colpito da una delle più gravi siccità degli ultimi 40 anni, dopo tre stagioni senza pioggia”, si parla di un totale di quasi 15 milioni di persone che stanno restando senza cibo e acqua. “In Africa occidentale, il numero di persone che dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere, potrebbe salire quest’anno a 35,7 milioni, soprattutto durante la stagione secca che va da giugno ad agosto”, si legge nella nota.

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Per questo motivo, l’organizzazione chiede ai leader del summit di valutare e prendere atto di quattro punti fondamentali:

  • il raggiungimento degli obiettivi stabiliti nella Dichiarazione di Malabo del 2014, per dimezzare la povertà e superare la piaga della fame entro il 2025, aumentando gli investimenti in agricoltura ad almeno il 10% dei bilanci pubblici; incoraggiare le donne e i giovani nelle imprese agricole e promuovere il commercio agricolo intra-africano;
  • ”lo sviluppo di piani nazionali di investimento agricolo volti al sostegno dei piccoli agricoltori, nei settori delle colture non redditizie; •un impegno concreto per la risoluzione non violenta dei conflitti e per il rispetto dei meccanismi di pace e sicurezza africani che prevengono e risolvono i conflitti. Il rispetto del diritto internazionale umanitario nei conflitti e la condanna delle violazioni dei diritti umani”;
  • ”l’adozione e ratifica del Protocollo della “Carta africana sui diritti dei cittadini alla protezione e alla sicurezza sociale”, con riferimento particolare all’accesso e al diritto al cibo”;
  • ”di fare pressione sui grandi inquinatori, come Cina e Stati Uniti, perché riducano le proprie emissioni, pagando i danni della crisi climatica e sostenendo l’Africa per mitigarne gli impatti”;
  • ”di agire con determinazione affinché il tema della sicurezza alimentare – oggi non prioritario – sia messo al centro dell’Agenda del prossimo summit UE-OUA del 17 e 18 febbraio a Bruxelles”.
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