Corrado Pesce, senza successo il tentativo di recuperare l’alpinista travolto da una valanga

Non tornerà a casa il corpo dell’alpinista 41enne sorpreso da una valanga sulle montagne della Patagonia. Fallito il tentativo di recupero.

Non ha avuto successo il tentativo realizzato da una squadra internazionale di alpinisti e guide di montagna per recuperare sul versante orientale del Cerro Torre (Patagonia argentina) il corpo di Corrado Pesce, l’alpinista novarese di 41 anni travolto a fine gennaio da una valanga insieme a un compagno argentino invece sopravvissuto. Adesso la Commissione di soccorso di El Chaltén, responsabile dell’operazione, pensa che «sarà impossibile recuperare i resti dell’alpinista italiano nelle prossime settimane». Sulla base di queste circostanze, come reso noto oggi da un comunicato firmato dalla ‘Comisin de Auxiliò di El Chaltén e dal locale Centro Andino, si sono praticamente azzerate le già residue speranze di trovarlo ancora in vita: «si presume che Corrado Pesce sia deceduto. I famigliari sono stati avvisati».

Ritrovata l’attrezzatura, ma nessun segno dell’alpinista

Una delle pareti del Cerro Torre, la cima della Patagonia dove l’alpinista italiano è stato travolto da una valanga – Meteoweek

La squadra che lo scorso venerdì è riuscita a avvicinarsi alla zona dell’incidente, «ha realizzato nove voli con droni» grazie ai quali «è stata passata al setaccio tutta la parte inferiore della parete est del Cerro Torre, così come il ghiacciaio che è alla sua base».

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«È stato identificato il luogo dell’incidente – prosegue il comunicato – ed è stata ritrovata l’attrezzatura degli alpinisti (…) ma non si è visto nessun segno dei resti di Corrado Pesce». Nella zona vi è una grande quantità di neve e rocce. «A causa dei notevoli rischi per la sicurezza che persistono – si aggiunge – e a causa delle continue frane, gli sforzi di recupero sono considerati non fattibili, poiché rappresentano un rischio eccessivo per i soccorritori».

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Il comunicato di oggi, si è saputo, verrà fatto pervenire a un giudice argentino del tribunale di El Calafate che sta monitorando la vicenda, il quale dovrà formalizzarne le conseguenze. Dal canto loro le autorità diplomatiche italiane in Argentina hanno seguito in modo continuativo la drammatica vicenda, e il console generale a Bahia Blanca, Samuele Fazzi, si è trattenuto per tutta la passata settimana a El Chaltén, dove è rimasto sempre in contatto coi soccorritori locali, con la gendarmeria, e coi famigliari di Corrado Pesce.

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