Caro bollette, Draghi annuncia un intervento da 5-7 miliardi

Mario Draghi annuncia a Genova nuove risorse per contrastare il caro bollette. Le risorse potrebbero arrivare fino a 7 miliardi, da raccogliere preferibilmente senza scostamenti di bilancio.

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A Genova il presidente del Consiglio Mario Draghi parla di ripartenza, di rinascita “dopo una tragedia“. La scelta della città non è casuale, e i rimandi alla ricostruzione dopo il crollo del Ponte Morandi sono tanti. Per questo Mario Draghi ha scelto Genova per parlare di un Pnrr  “che appartiene a tutti gli italiani” e per anticipare nuove misure per contrastare il caro bollette. Le parole chiave, riporta il Corriere, sono “serietà” e “affidabilità“, e – lascia intendere il premier – devono esserlo anche nei confronti della crisi energetica che sta travolgendo l’Italia e l’Europa. Con una digressione, Mario Draghi annuncia la novità per limitare i danni della crisi: “Il governo non dimentica il presente e la difficoltà di famiglie e imprese per l’aumento dei prezzi dell’energia elettrica. Il governo sta preparando un intervento di ampia portata nei prossimi giorni. Il governo starebbe lavorando per stanziare dai 5 ai 7 miliardi di euro con l’obiettivo di garantire un “adeguato sostegno” per il secondo trimestre dell’anno, contro l’aumento delle bollette di luce e gas. Il tutto, senza ricorrere a uno scostamento di bilancio.

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Il costo dell’energia

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MeteoWeek.com (Photo by Tim Boyle/Getty Images)

Un intervento tanto utile quanto necessario, visto il pericoloso aumento dei costi dell’energia che sta piegando famiglie, imprese e enti pubblici. Basti pensare che, nonostante le misure adottate dal governo, il prezzo dell’energia elettrica nei primi tre mesi dell’anno è aumentato del 55%, mentre il gas ha registrato un +41,8%. Per questo motivo proprio nella giornata di oggi diversi comuni italiani hanno deciso di spegnere le luci su piazze e monumenti alle 20, per circa mezz’ora. Un’iniziativa che punta ad attirare l’attenzione sul danno che questo tipo di aumento procura anche agli enti comunali, i quali registrano un aggravio di almeno 550 milioni di euro (stima Anci). Di fronte alla crescente preoccupazione, intanto la sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra ha spiegato: “Non è il momento per decidere uno scostamento, se si rendesse necessario il governo lo valuterà. Ci sono risorse che si stanno mettendo in fila, guardando ad alcune economie di bilancio si arriverà alla cifra di 5-7 miliardi“.

Stando a quanto confermato dalla sottosegretaria al Mef Maria Cecilia Guerra, l’idea sarebbe anche quella di rafforzare i bonus sociali. L’Ansa riporterebbe, infatti, l’intenzione di partire da “circa 4 miliardi che arrivano in parte (per circa 1,5 miliardi) dalla prima mini tassazione degli extraprofitti realizzati dagli impianti a fonti rinnovabili“. Le altre risorse arriverebbero, poi, dall’incasso delle aste Co2, destinate alla riduzione delle bollette. Sulle misure da adottare nello specifico, inoltre, arriva anche una richiesta da parte dell’autorità dell’energia, che chiede all’esecutivo di rivedere in modo stabile gli oneri di sistema.

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Appelli e pressing

Nel frattempo, mentre le ipotesi di azione iniziano a delinearsi in maniera sempre più concreta, aumentano i pressing da parte del mondo della politica e delle categorie produttive. Da un lato Giuseppe Conte chiede soluzioni “strutturali“, dall’altro la Lega si mostra soddisfatta dall’annuncio di Draghi. Enrico Letta, intanto, insiste sull’urgenza di un intervento in grado di salvaguardare la ripresa del Paese, guardando anche al medio lungo periodo, e quindi all’aumento della produzione di gas nazionale. Molta apprensione si registra anche nelle parole del mondo della produzione. Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi avrebbe già riferito al Tg1: “Il caro energia è la mina sulla strada della ripresa. Quest’anno l’industria pagherà una bolletta di 37 miliardi. Abbiamo bisogno di interventi strutturali, c’è la necessità che si aumenti la disponibilità di energia per l’impresa italiana, sia attraverso l’aumento del gas italiano sia l’aumento delle energie rinnovabili“. Insomma, si radica sempre di più l’idea che l’attuale crisi energetica sia in realtà un problema strutturale, di fronte al quale è giusto adottare strategie compensative. Dall’altro lato, è vitale anche adottare uno sguardo di lungo periodo in grado di trainare mondo produttivo, cittadini ed enti pubblici fuori dall’emergenza. E di emergenze che durano mesi ormai dovremmo saperne qualcosa.

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