Alberto Agazzani, giallo sul decesso del critico d’arte:«Non è suicidio»

Fu ritrovato impiccato il 16 novembre 2015 nella sua abitazione a Reggio Emilia ma secondo la consulente della Procura è «più plausibile l’azione di terzi». 

Alberto Agazzani-meteoweek.com

Potrebbe non essersi suicidato il critico d’arte Alberto Agazzani, ma potrebbe essersi trattato di un omicidio mascherato da suicidio. Se il dubbio posto da una consulente della Procura dovesse essere confermato, si tratterebbe di un colpo di scena che cambierebbe le carte di una vicenda che sembrava archiviata dal primo giorno.

Agazzani fu ritrovato impiccato a 48 anni, il 16 novembre 2015 nella sua abitazione in centro a Reggio Emilia. Lo rinvennero in piedi, impiccato a una ringhiera con una cintura di cuoio legata al collo. I militari si trovarono di fronte a quello che sembrava fosse un suicidio. Poi, l’inchiesta, diversi mesi più tardi, quando il cadavere era stato ormai cremato. Si tenne un sopralluogo nel 2016, basato su «quattro foto, di qualità non ottimale».

L’udienza per l’eredità e i dubbi sul gesto estremo

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Nel corso del processo sull’eredità del critico d’arte, in cui è imputato Marco Lusetti, ex vicesindaco di Guastalla, per truffa e falso testamento olografo, sono venute fuori diverse ipotesi. Sul tavolo sono state posti dei dubbi sulle ultime ore di Agazzani:«Pur con tutti i limiti degli accertamenti che ho svolto, l’ipotesi più plausibile è che ci sia stata l’azione di terzi», ha detto Maria Paola Bonasoni, consulente tecnica della procura. Se non si trattasse di suicidio, si aprirebbe dunque la pista dell’omicidio.

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Secondo chi conosceva bene il critico d’arte, negli ultimi mesi Agazzani non era più come una volta. Dopo un incidente occorsogli nel luglio 2015, era divenuto più fragile.

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Dopo 7 anni dal suo decesso, potrebbero scattare nuove indagini, basandosi su alcune anomalie rilevate dalla consulente della procura. Tra queste, la camicia del critico d’arte, stirata ma spiegazzata sotto le ascelle, il che farebbe ipotizzare che qualcuno potrebbe averlo sollevato di peso. O ancora, la poca altezza scelta per impiccarsi, perché dal corrimano al pavimento c’era una distanza di 2 metri e 5, u po’ poco per un uomo alto 1,86 che pesava 90 kg. E infine, un altro dubbio:«Sembra che la cintura al suo collo sia stata chiusa dall’alto». E poi, l’ipotesi che potesse essere stato sedato prima dell’accaduto. La prossima udienza del processo è prevista tra 3 mesi, a maggio.

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