Kirill, il piccolo di 18 mesi deceduto sotto le bombe in Ucraina, in un nosocomio senza elettricità

È accaduto a Mariupol, lo scorso 4 marzo. La coppia ha fatto una corsa in ospedale accompagnando il figlio di 18 mesi, che purtroppo non ce l’ha fatta 

Kirill-meteoweek.com

I suoi genitori, Maryna e Fedor hanno fatto una lunga corsa in ospedale per salvare il loro bimbo di 18 mesi, Kirill, avvolto in una coperta blu sporca di sangue. La sua compagna e madre del bimbo, corre dietro a lui. I medici subito si attivano per curare il piccolo, cercando di studiare le ferite con la luce del cellulare, dato che l’ospedale non ha elettricità e neppure riscaldamento. Purtroppo, però, non c’è nulla da fare. È quanto accaduto venerdì scorso, 4 marzo, a Mariupol, in Ucraina.

È questa una delle scene di dolori che i fotografi della Associated Press hanno immortalato a Mariupol, devastata dai bombardamenti, dove oltre a questo terribile rischio si soffrono anche sete, fame, freddo.

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Non ci sono vie di fuga, perché anche i corridoi umanitari aperti ieri mattina sono stati subito chiusi a causa del fatto che le truppe russe proseguivano a sparare.

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Intanto, mentre i genitori del ragazzo si abbracciano forte e piangono, lo staff scioccato si siede a terra e cerca di riprendersi prima che vi sia una nuova emergenza. Neanche qualche giorno fa, i medici si erano occupati di una bambina di sei anni portata da un’ambulanza, mentre la madre addolorata, aveva lo sguardo perso nel vuoto. I medici avevano provato a rianimare la piccola a ogni costo, ma non ce l’hanno fatta. Un dottore, guardando dritto nella telecamera di un giornalista AP, aveva commentato:«Mostralo a Putin».

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