La chiamata ad amare | Il Vangelo di oggi Mercoledì 9 Marzo 2022

Ci sono tanti fatti che possono mettere in dubbio la nostra fede, ma una cosa è certa: Dio si manifesta nella vita di ognuno in vari modi. Sta a noi accogliere la sua chiamata ad amare.

La chiamata ad amare
La chiamata ad amare | Il Vangelo di oggi Mercoledì 9 Marzo 2022 – meteoweek.com

Liturgia di oggi Mercoledì 9 Marzo 2022 

  • MERCOLEDÌ DELLA I SETTIMANA DI QUARESIMA 

Ricordati, Signore, della tua misericordia 
e del tuo amore che è da sempre. 
Non trionfino su di noi i nemici. 
Da ogni angoscia salvaci, 
Dio d’Israele. (Cf. Sal 24, 6.2.22) 

Prima Lettura 

I Niniviti si convertirono dalla loro condotta malvagia. 

Dal libro del profeta Giona 
Gn 3,1-10
 
In quel tempo, fu rivolta a Giona la parola del Signore: «Àlzati, va’ a Nìnive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Nìnive secondo la parola del Signore.

Nìnive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Nìnive sarà distrutta».

I cittadini di Nìnive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Giunta la notizia fino al re di Nìnive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere.

Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi proclamato a Nìnive questo decreto: «Uomini e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco e Dio sia invocato con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani.

Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!».
Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece. 

Parola di Dio. 

Salmo Responsoriale  – Dal Sal 50 (51) 

Tu non disprezzi, o Dio, un cuore contrito e affranto

Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; 
nella tua grande misericordia
cancella la mia iniquità.
Lavami tutto dalla mia colpa, 
dal mio peccato rendimi puro.
 
Crea in me, o Dio, un cuore puro, 
rinnova in me uno spirito saldo.
Non scacciarmi dalla tua presenza
e non privarmi del tuo santo spirito.
 
Tu non gradisci il sacrificio; 
se offro olocàusti, tu non li accetti.
Uno spirito contrito è sacrificio a Dio;
un cuore contrito e affranto tu, o Dio, non disprezzi.

Il Vangelo di oggi Mercoledì 9 Marzo 2022

A questa generazione non sarà dato che il segno di Giona. 

Dal Vangelo secondo Luca 
Lc 11,29-32
 
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.

Nel giorno del  giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». 

Parola del Signore.

La chiamata ad amare | Il commento al Vangelo di oggi Mercoledì 9 Marzo 2022

La generazione a cui Gesù si riferisce nel Vangelo comprende tutti gli uomini che sono chiusi di fronte alle opere di Dio. Si tratta di quando accade che, pur avendo in qualche modo constatato la sua esistenza e anche la sua bontà, tutto ciò viene rifiutato. 

Di quando, pur di non credere in Dio, ci rifiutiamo di accoglierlo, lo provochiamo chiedendo un segno plateale della sua esistenza, come una sfida, affinché Dio agisca seguendo i nostri piani. 


Il commento al Vangelo di ieri:


Il segno più grande che Gesù ci dona, invece, è quello delle umili fattezze di Gesù, che celano il mistero della risurrezione. Questo è il segno del profeta Giona, che rimase tre giorni nel ventre di un pesce e fu liberato da Dio. Proprio come Gesù che morì, discese agli inferi e in terzo giorno resuscitò per la vita eterna. 

Gesù in maniera dura rimprovera chi, nonostante abbia fatto esperienza di lui, lo rifiuta. Al contrario, ci sarebbe stato chi, al suo posto, avrebbe creduto e si sarebbe convertito. 

Ad oggi non è facile credere, ci sono tanti fatti che possono mettere in dubbio la nostra fede, ma una cosa è certa: Dio si manifesta nella vita di ognuno in vari modi. Sta a noi accogliere la sua chiamata ad amare.

Dove c’è amore si è disposti a cambiare, si è disposti al sacrificio, si è disposti a piegare il proprio cuore alla vera bontà e a non essere più schiavi della malvagità.

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