L’epidemiologo Ciccozzi: «Omicron 2 nel nostro Paese tra il 10% e il 30%, ma i dati sono incerti»

L’epidemiologo spiega tutte le preoccupazioni legate alla circolazione della variante Omicron 2 in Italia, che non riguardano tanto la  contagiosità, come chiarisce lo stesso Ciccozzi:«Preoccupa la possibilità di una riduzione, minima, dell’efficacia vaccinale»

 

La variante Omicron 2, secondo quanto spiega all’Adnkronos l’epidemiologo Massimo Ciccozzi, «sta circolando anche in Italia, ma i dati non sono certi. Le stime che abbiamo vanno dal 10% al 30% di prevalenza a seconda delle aree rilevate. La flash survey dell’Istituto superiore di sanità è annunciata per domani ma, questo tipo di rilevazione, non è esaustiva. Con il sequenziamento avremo indicazioni più chiare».

L’epidemiologo spiega che si tratta di una variante che va un po’ più veloce rispetto alla Omicron 1, come è possibile vedere anche in altri Stati. Il professore, a tal proposito, cita uno studio che «abbiamo pubblicato recentemente, sul ‘Journal of Infection’, un lavoro sui ‘potenziali di membrana’ dei due virus, elementi del virus molto importanti per la contagiosità, per capire la velocità con cui infetta. Abbiamo notato che è più o meno la stessa». 

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Ciccozzi aggiunge che «la maggiore diffusività sembra legata a un’altra area della mutazione, che impatta sull’efficacia vaccinale. Nella Omicron 2 sembrerebbe un po’ minore. Sono però tutti dati da confermare, stiamo facendo sperimentazioni sulle cellule per capirlo meglio». 

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Il professore conclude asserendo che in realtà, più che la contagiosità, il maggior timore riguarda la «possibilità, seppur minima, di riduzione dell’efficacia degli anticorpi o del vaccino. Non c’è allarme, perché questa riduzione sembrerebbe minima. Inoltre le persone infettate con Omicron 2 che ho visto, sembrano avere gli stessi sintomi di Omicron. E questo rassicura», chiosa l’epidemiologo.

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