Scommesse clandestine: giro da 160 milioni di euro per un clan mafioso

Milionario giro di scommesse illegali fermato dalla Guardia di Finanza con attività di riciclaggio di denaro. La società aveva sede a Malta ma operava in Italia, l’operazione illegale sarebbe riconducibile a un clan mafioso

Duro colpo alla criminalità organizzata che gestiva un giro di scommesse clandestine con base zona di Catania. La Guardia di Finanza ha confiscato beni per 160 milioni di euro a due indagati con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata alla raccolta di scommesse clandestine, al riciclaggio, alla truffa nei confronti dello Stato e all’evasione fiscale, con l’aggravante del reato transnazionale.

L’OMBRA DELLA MAFIA

Le indagini sono state svolte dai reparti specializzati in antiriciclaggio e dal Gico del Nucleo Pef di Catania e hanno portato a una segnalazione di un’operazione finanziaria sospetta che aveva come obbiettivo la raccolta del denaro di derivazione delle scommesse on-line e attività di riciclaggio degli utili. Hanno visto anche un lavoro di indagine che ha compreso le regioni di Sicilia, Puglia ed Emilia Romagna fino ad arrivare in Germania, Polonia e Malta.

Al centro della vicenda ci sarebbe il clan mafioso Santapaola-Ercolano. Sotto accusa sono finite anche altre 23 persone, indagate per esercizio abusivo di gioco e scommesse, evasione fiscale, truffa aggravata, autoriciclaggio, condotte aggravate oltre alla finalità di favorire gli interessi dell’associazione mafiosa.

AFFARI PER CENTINAIA DI MILIONI

Gli indagati avrebbero utilizzato una piattaforma di gioco digitale di proprietà di una società maltese che non aveva l’autorizzazione a esercitare in Italia. Le verifiche fiscali della Finanza hanno evidenziato che la società operava stabilmente nel nostro Paese e ha ottenuto guadagni per circa 570 milioni di euro di cui non ha mai pagato le imposte. Inoltre la maggior parte dei pagamenti di gioco sarebbe avvenuta in contanti non tracciabili e in presenza.

I proventi delle scommesse sarebbe infine stati utilizzati per il riciclaggio con l’acquisto di immobili, fabbricati e terreni in Germania, Puglia ed Emilia Romagna.

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