Molestava e minacciava bambine al maneggio: 25enne condannato a 5 anni e 4 mesi

Dopo tre anni, il 25enne è stato condannato dal GIP a 5 anni e 4 mesi per aver molestato e minacciato quattro bambine al maneggio.

Dal punto di vista processuale, ci furono numerose polemiche poiché, inizialmente, la Procura aveva condannato ad un solo anno il 25enne per la «tenuità del fatto»

Gli abusi

È il 2018 quando una mamma denuncia ai proprietari del centro ippico frequentato da sua figlia, che la bambina aveva subito delle molestie. Ad abusare di lei un ragazzo di 25 anni il quale era tesserato presso lo stesso circolo. A un anno di distanza, arriva una nuova denuncia da parte di un’altra madre. Il 25enne aveva abusato anche di sua figlia.

Le bambine vittime di abusi sono, in totale, quattro ed avevano tutte una età compresa tra 5 e 9 anni.

Il 25enne, però, non si sarebbe fermato alle molestie sessuali: le bambine, infatti, hanno raccontato di essere state minacciate di morte e avrebbe puntato verso di loro un coltello nel caso in cui avessero raccontato qualcosa ai genitori o alle persone che lavorano nel centro.

La condanna

Il processo ha generato, inizialmente, numerose polemiche. Per il 25enne, infatti, era stato chiesto solo un anno di reclusione perché il fatto è stato considerato «tenue». Oggi, però, il GIP Ezia Maccora, ha condannato definitivamente il colpevole a 5 anni e 4 mesi. Dovrà, inoltre, risarcire la bambina più piccola di 30 mila euro. Mentre, per le altre due vittime è prevista una provvisionale di 12.500 euro. L’imputato, inoltre, ha il divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dai bambini.

La reazione delle famiglie delle vittime

«Siamo soddisfatti» esordisce così l’avvocato Solange Marchignoli, uno dei legali di parte civile. «Una sentenza sofferta e che mi ha emozionata. Il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dai bambini è una misura ad ampio raggio e se dovesse  trasgredire potremo farlo arrestare».

«Non è questione di anni o mesi. – commenta in lacrime una mamma delle bambine molestate – Queste sono cose che non devono succedere». «Sono stati tre anni di battaglia: il giudice ha saputo riconoscere e capire quello che è stato il reato». E sulle condizioni attuali della figlia, la madre racconta: «Non sta ancora bene. È seguita da due dottoresse ed ha ancora gravi disturbi per lo stress».

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