A San Rossore verrà costruita una nuova base militare [VIDEO]

La struttura occuperà parte del parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli

Un’opera d’importanza strategica per la difesa nazionale, la cui urgente realizzazione giustifica il ricorso al Decreto-legge del 31 maggio 2021, che semplifica e agevola la realizzazione dei traguardi stabiliti dal PNRR.

Sorgerà nella frazione di Coltano, nell’area del parco regionale di Migliarino-San Rossore-Massaciuccoli (Pisa) la nuova sede centrale del gruppo interventi speciali (GIS), del reggimento carabinieri paracadutisti Tuscania e del nucleo cinofili dell’Arma.

Nelle intenzioni del Governo, partendo dal dismesso centro radar di Coltano, l’opera di riqualificazione ed ingrandimento dell’area militare dovrebbe espandersi fino a 730mila mq e comprendere i comandi dei reggimenti, due poligoni di tiro, edifici per l’addestramento del personale militare, magazzini e uffici, un laboratorio, autolavaggi, una palestra e una mensa, 18 villette a schiera e una pista di atterraggio per gli elicotteri.

Istituito dalla Regione Toscana nel 1979, il parco occupa un’area protetta di 23 mila mq (a cui si aggiunge l’area marina, anch’essa tutelata) e comprende ben 7 tenute tra cui quella di San Rossore, famosa per essere stata di esclusiva pertinenza prima della Monarchia Sabauda e poi della Presidenza della Repubblica.

Solitamente, per operazioni di questo impatto, Governo ed enti locali iniziano un percorso partecipato con la popolazione locale volto a trovare un accordo che possa soddisfare le reciproche esigenze.
Questa volta però la dichiarazione per l’opera dell’interesse nazionale per esigenze di difesa  unito al ricorso dei fondi del PNRR, ha permesso al Governo di superare ogni opposizione locale, approvandone la realizzazione in tempi rapidi.

Lorenzo Bani, nominato presidente del Parco di San Rossore nel giugno 2021, al Corriere Fiorentino dichiara il proprio sconforto: “Chiariamoci, noi non si potrà fare più niente su questa cosa, solo protestare”, mentre le posizioni dell’opposizione appaiono battagliere.

Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana dichiara di voler presentare un’interrogazione parlamentare ai ministri Guerini e Cingolani. “Ci chiediamo” – si interroga il segretario – “è questo il modello di resilienza e transizione ecologica di governo e maggioranza? Chiediamo al governo di rivedere la scelta di realizzare una nuova base militare a Coltano, valutando ipotesi alternative che non coinvolgano aree protette e parchi naturali e senza aggiungere ulteriori strutture militari in una zona che ne è ha già ampiamente gravata»

In campo nel frattempo è scesa anche Federparchi, l’ associazione di categoria che riunisce e rappresenta gli Enti gestori delle aree protette naturali italiane, che per voce del suo Presidente Giampiero Sammuri dichiara: “Si tratta di un intervento all’interno dell’area naturale protetta che, di fatto, annullerebbe anni di lavoro per la conservazione della natura. I parchi in Italia coprono il 12 % del territorio svolgendo una preziosa funzione di tutela della biodiversità, qui la discussione non riguarda il merito della base, le cui decisioni spettano ad altri, ma il dove; c’è un 88% di territorio fuori dai parchi dove poter scegliere. Non mancano certo alternative e la decisione di intervenire in una zona dedicata alla conservazione della natura è abbastanza incomprensibile, considerando anche la volontà espressa più volte dal governo  di dare rilevanza ai temi della sostenibilità ambientale alla luce anche delle politiche europee

Per adesso nessuna risposta ufficiale è arrivata dal Governo, sulla cui decisione finale ovviamente pesa lo scenario bellico attuale e il ruolo che vuole giocare l’Italia nello scacchiere internazionale.

D’altra parte rimane sempre valida la condizione che lega quasi il 40% dei fondi del PNRR al contrasto del cambiamento climatico.
Contrasto che avviene anche mediante la conservazione di quei luoghi dove regna la biodiversità e la natura è libera di esprimersi senza vincoli.
Forse è anche tramite la salvaguardia e la cura di queste aree protette che avviene quella transizione ecologica di cui parlano tutti.

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