Il comitato Free Assange Italia ha organizzato un sit-in di protesta davanti alla sede Rai di Viale Mazzini a Roma per chiedere la liberazione del giornalista ed attivista attualmente detenuto in Inghilterra
Si sono riuniti nel pomeriggio del 3 maggio, giornata internazionale della libertà di informazione, davanti a un luogo simbolo come la sede Rai di Viale Mazzini, a Roma, gli organizzatori del Comitato Free Assange, organizzazione di cittadini che si battono per la libertà di informazione in nome del giornalista australiano .
Fondatore nel 2006 di Wikileaks, Julian Assange ha diffuso negli anni, grazie al suo sito di informazione che mantiene il massimo riserbo sulle fonti delle notizie, milioni di “leaks” (notizie trapelate prima della loro diffusione ufficiale) riguardanti governi ed eserciti, destinate altrimenti a rimanere sconosciute all’opinione pubblica.
Il successo presso il grande pubblico di questa paziente opera di selezione, verifica e diffusione delle notizie avviene a metà anni 2000 con la diffusione di informazioni riservate sul Governo Usa e l’invasione dell’Iraq, denunciando presunti abusi e violenze dell’esercito verso civili innocenti e opinioni non proprio lusinghiere da parte dell’amministrazione statunitense verso i propri alleati.
I primi guai con la legge però arrivano a fine 2010 e non a causa di Wikileaks, poichè Assange viene accusato di stupro da parte di 2 donne svedesi che ottengono un mandato di cattura internazionale da parte della magistratura svedese.
Il giornalista si proclama innocente, ma la paura è che la richiesta di estradizione verso la Svezia sia un primo passo per gli Usa, paese dove per la sua opera di informazione (dal punto di vista statunitense un’opera in realtà di spionaggio e violazione di segreti di Stato) potrebbe costargli il carcere a vita se non peggio.
Assange, che ricordiamo non ha diffuso in prima persona informazioni riservate bensì ha permesso tramite il sito Wikileaks che “insiders” dei Governi potessero rivelare notizie indesiderate, si rifugia così nell’ambasciata ecuadoriana di Londra per sette lunghi anni fino a che un cambio di Governo in Ecuador causa la fine della protezione di cui godeva l’attivista che viene arrestato e incarcerato in Inghilterra.
L’America non molla la presa, ha aggiunto altri capi di accusa per incriminare Julian Assange, il quale adesso rischia, se estradato negli Usa, 175 anni di carcere.
Patrick Boylan del Comitato Free Assange Italia spiega a Meteoweek i motivi di questa protesta davanti alla Tv di Stato italiana, a loro dire colpevole di un generale silenzio sul caso.
Secondo Boylan sarebbe necessario creare un forte movimento di opinione capace di spingere i Governi a richiedere ufficialmente il rilascio di Assange, garantendo così il diritto ad una libera informazione.