Omicidio Samarate, Maja aveva l’ossessione del peso dei debiti

L’architetto killer ha confessato le proprie responsabilità e spiegato il tremendo delitto di moglie e figlia. Ecco che cosa ha detto

Alessandro Maja ha fatto delle ammissioni in merito alle proprie responsabilità sul terribile delitto commesso mercoledì 4 maggio, in cui hanno perso la vita la moglie Stefania e la figlia Giulia. 

Alessandro Maja-meteoweek.com

L’uomo è stato interrogato dal gip di Busto Arsizio (Varese), tenutosi nel reparto di psichiatria dove l’architetto è ricoverato da dopo l’arresto per il duplice omicidio e il tentato omicidio del figlio maggiore. Maja ha replicato alle domande in modo sofferente, «con un forte disagio che ha portato a una breve interruzione delle domande», ha spiegato il suo legale. «Quella sera ha spiegato di aver cenato con la famiglia come sempre, e di aver lavato i piatti».  In seguito, i figli dell’architetto sono tornati «nelle loro stanze, la moglie si è messa a dormire sul divano e lui ha continuato a passeggiare per casa senza smettere di pensare al peso dei debiti che viveva come insopportabili».

E infine, le brutali aggressioni che l’uomo «non sa spiegare. Non sa dire perché ha agito così». L’architetto ha rivelato di aver «colpito prima la moglie, poi la figlia e infine il figlio con un martello e di aver usato il trapano su di sé per uccidersi», senza sedare nessuno prima di commettere lo sterminio.

«Mi sentivo un fallito, responsabile di non poter garantire lo stesso tenore di vita alla famiglia in futuro, non so perché ho agito così», ha detto Maja. L’uomo ha detto che poi, verso le 4/5 del mattino non ha più vagato per l’abitazione e ha commesso i delitti «ma non so spiegare perché sia successo». L’uomo rimane nel reparto di psichiatria del San Gerardo di Monza. Il legale ha già avanzato richiesta di sottoporlo a perizia psichiatrica.

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