Conflitto in Ucraina, Berlusconi:«Anche l’Italia in guerra perché invia armi»

Il leader di Forza Italia si è espresso in merito a quanto sta accadendo:«L’Ue non conta niente nel mondo, insisto per politica estera unica e difesa comune»

Nel corso di un incontro elettorale alla Fiera di Treviglio, l’ex premier Silvio Berlusconi è intervenuto parlando anche della guerra in Ucraina. E, a proposito di questa, ha detto:«Non abbiamo leader nel mondo, non abbiamo leader in Europa. Temo che questa guerra continuerà, siamo in guerra anche noi perché gli mandiamo le armi».

Silvio Berlusconi- (Photo by Giorgio Cosulich/Getty Images)

Berlusconi ha mostrato tutte le sue perplessità su come il Paese stia gestendo questa situazione:«Adesso dopo le armi leggere mi hanno detto che gli mandiamo carri armati e cannoni pesanti, lasciamo perdere, cosa significa tutto questo? Che avremmo dei forti ritorni dalle sanzioni sulla nostra economia e ci saranno danni ancora più gravi in Africa e allora è possibile che si formino delle ondate di profughi e questo è un pericolo derivante dalla guerra in ucraina. Bisogna pensare a qualcosa di eccezionale per far smettere a Putin la guerra».

Berlusconi ha poi proseguito, in riferimento a una eventuale mediazione con la Russia, spiegando che se «un leader mondiale che doveva avvicinare Putin al tavolo della mediazione gli ha dato del criminale di guerra e ha detto che doveva andare via dal governo russo. Un altro, segretario della Nato, ha detto che l’indipendenza del Donbass non sarebbe mai riconosciuta. Capite che con queste premesse il signor Putin è lontano dal sedersi ad un tavolo».

Il leader di Forza Italia ha incalzato dicendo che dal 2002 domanda all’Europa di «darsi una voce sola in politica estera e una forza armata comune perché nessun Paese avrebbe la forza di difendersi da solo».

Il fatto di essere una forza comune, avrebbe consentito di trasformarsi in una potenza militare internazionale e a quel punto l’Europa avrebbe potuto «sedere al tavolo del consiglio del mondo dove siedono gli Stati Uniti, la Russia, il Giappone e la Cina». Berlusconi chiosa asserendo che attualmente l’Europa non conta nulla «nel mondo e quindi insisto ancora perché si addivenga a questa comunione nella politica estera e negli eserciti».

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