Delitto Mollicone, l’ex maresciallo della caserma:«Ruppi io porta alloggio»

Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce:«È  successo durante un litigio con Marco»

Nell’ambito del processo sulla morte di Serena Mollicone, occorsa ad Arce il 1° giugno del 2001, i giudici hanno ascoltato Franco Mottola, ex comandante della caserma di Arce (Frosinone), che ha fatto una “dichiarazione spontanea” di fronte alla Corte d’Assise di Cassino.

Processo Mollicone-meteoweek.com

Mottola ha dichiarato che «la porta dell’alloggio l’ho rotta io dopo un litigio con Marco. L’ho sostituita senza dire nulla a mia moglie». L’uomo spiega come mai, quindi, la porta dell’alloggio contro cui, secondo l’inchiesta e le perizie, qualcuno avrebbe fatto sbattere il capo di Serena Mollicone, avesse danni. L’ex maresciallo dei carabinieri è a giudizio per omicidio volontario con figlio Marco e la moglie Anna Maria, per il delitto della ragazza di 18 anni sparita da Arce il 1° giugno 2001, e ritrovata il 3 giugno dello stesso anno, senza vita.

I legali della difesa, che inizialmente avevano acconsentuto all’esame e al contro esame, hanno poi fatto marcia indietro quando, nel corso dell’escussione di Marco Mottola, il pm ha chiesto al giovane, 39 anni, come mai «suo padre, durante l’interrogatorio del 28 marzo 2008, ha riferito che a rompere la porta dell’alloggio a trattativa privata era stato lei? È perchè lei oggi sostiene che è stato suo padre?».

Domande che hanno scatenato la bufera tra i difensori che hanno bloccato l’esame di Marco Mottola e rinunciato a quello del padre. Hanno optato per lui, la formula delle dichiarazioni spontanee.

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