Le imprese cercano giovani da assumere: ecco con quali competenze

Secondo il rapporto di Confartigianato, servono 635mila giovani da inserire nel mondo del lavoro. Ma la formazione di coloro che escono dalle scuole non è al livello desiderato. 

C’è un problema nella relazione scuola-lavoro. Lo conferma l’ultima convention dei Giovani Imprenditori di Confartigianato, affermando come le imprese abbiamo problemi a trovare manodopera giovane e qualificata.

Nel 2020, viene sottolineato dal presidente Davide Peli, ” 1,1 milione di giovani under 35 non studia e non cerca occupazione e 40mila giovani tra 25 e 34 anni sono espatriati. E’ urgente cambiare passo nelle politiche giovanili“.

Secondo quanto viene fuori dai dati presentati da Confartigianato “la distanza dei ragazzi italiani dal mondo del lavoro colloca il nostro Paese al primo posto nella Ue per la maggiore percentuale di Neet (Neither in Employment or in Education or Training), pari al 23,1%, sul totale dei giovani tra 15 e 29 anni. La media europea si attesta, invece, al 13,1%. Addirittura, nel 2020, abbiamo toccato il numero più alto nell’ultimo decennio di under 35 inattivi che non studiano e non sono disponibili a lavorare: ben 1.114.000“.

A livello regionale, la percentuale più alta di Neet si riscontra in Sicilia con il 36,3% sul totale dei giovani tra 15 e 29 anni. Seguono la Campania (34,1%), la Calabria (33,5%), la Puglia (30,6%) e il Molise (27,7%). All’altro capo della classifica la Provincia autonoma di Bolzano (13,3%), il Veneto (13,9%), l’Emilia Romagna (15,1%)” affermano.

IL RAPPORTO CON LA SCUOLA

Il problema principale, come detto è nella capacità di imprese e scuola a dialogare per inserire i giovani nel mondo del lavoro con successo. “Siamo infatti al ventiduesimo posto in Europa per la quota di occupati under 30 impegnati in percorsi formativi, con appena il 5,2% dei giovani di questa fascia di età, mentre in Europa si arriva ad una media del 15,2% e in Germania addirittura si sale al 24,4%. Contemporaneamente cresce il fenomeno della fuga all’estero dei nostri giovani; tra il 2016 e il 2020, tra i giovani italiani under 40 laureati, gli espatri superano i ritorni in Italia di 65 mila unità” continua Peli.

Vogliamo un’Italia a misura di giovani e di piccola impresa – è il commento del Presidente di Confartigianato Marco Granelli – con riforme che liberino energie e talenti, accrescano le competenze, migliorino l’efficienza dei servizi pubblici, eliminino ostacoli e oneri fiscali e burocratici. Solo investendo sulle nuove generazioni e sulla loro formazione possiamo garantire futuro al made in Italy”.

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