Pamela Mastropietro, la famiglia: “Stupore e preoccupazione per parole ex questore Macerata su mafia nigeriana”

La famiglia di Pamela commenta le parole sulla presenza della mafia nigeriana a Macerata dell’ex questore della città marchigiana.

Dichiarazioni che confermano in pieno i sospetti e gli interrogativi della famiglia, troppo spesso caduti nel vuoto.

Alessandra Verni, la mamma di Pamela Mastropietro – Meteoweek

“Grande stupore e viva preoccupazione”. A esprimere questi sentimenti è la famiglia di Pamela Mastropietro dopo aver ascoltato le parole sulla mafia nigeriana pronunciate venerdì scorso dall’ex questore di Macerata, Antonio Pignataro. Pamela è la diciottenne romana uccisa e fatta a pezzi dopo essersi allontanata da una comunità di Corridonia, in provincia di Macerata. Si trovarono i suoi resti il 30 gennaio 2018 a Potenza all’interno di due valige. Per quell’efferato delitto è in carcere il nigeriano Innocent Oseghale, condannato in primo e secondo grado.

I familiari di Pamela hanno commentato le affermazioni fatte venerdì scorso a Roma dall’ex questore di Macerata durante un convegno: “Abbiamo accolto con grande stupore e viva preoccupazione, le parole che, lo scorso venerdì, l’ex questore di Macerata, Antonio Pignataro, ha espresso durante un convegno cui esso, a Roma, ha partecipato, dal titolo ‘La lotta alla criminalità organizzata attraverso collaboratori di giustizia e testimoni: tra disinteresse ed inclusione’”.

La forte presenza della mafia nigeriana nel Maceratese nelle parole dell’ex questore

Pamela Matropietro, la diciottenne ferocemente assassinata

In quella occasione l’ex questore ha parlato per una trentina di minuti, ricorda la famiglia della ragazza, raccontando la sua esperienza nel Maceratese. Nel corso del suo intervento Pignataro ha “affermato di essere stato minacciato dalla mafia nigeriana, dopo il ‘depezzamento’ di Pamela Mastropietro ed il raid di Luca Traini“. E successivamente “ha elencato alcuni punti tra cui la fiducia ‘pari a zero’ nei confronti dello Stato, riscontrata al suo arrivo nel capoluogo marchigiano, lo spaccio di droga a cielo aperto, la già menzionata mafia nigeriana, ancora, che era addirittura padrona della città, la paura della gente a parlare, la quale, come già detto, era evidentemente sfiduciata e impaurita, con zone dove nessuno si azzardava più a portare i propri figli, fino al concetto secondo cui ‘non sempre le Istituzioni possono agire liberamente’, in quanto ‘pressate dall’atmosfera politica, sociale e culturale'”.

I familiari della diciottenne uccisa hanno spesso messo a tema la questione della mafia nigeriana, collegandola anche alla vicenda della figlia. Ma finora non si sono trovati riscontri in sede giudiziaria. Perciò trovano nelle dichiarazioni dell’ex questore di Macerata una conferma a quelli che sono sempre stati i nostri sospetti“. La famiglia ha sempre parlato della possibile infiltrazione della mafia nigeriana all’interno della città marchigiana.

La famiglia di Pamela: le parole di Pignataro confermano i nostri sospetti

Certo risulta difficile pensare che un poliziotto di riconosciuta esperienza e capacità abbia impiegato con superficialità quei termini e quei riferimenti. Tanto più davanti a un pubblico composto da giuristi. Se non fosse, spiegano i familiari, per il preciso intento di denunciare che nella suddetta città vi fosse proprio la mafia nigeriana”.

Così facendo, Pignataro ha sostanzialmente confermato “quelli che sono sempre stati i nostri sospetti, suffragati da elementi cui non sempre, e non da tutti, si è voluto dar ascolto”, fa notare la famiglia Verni-Mastropietro. Che ricorda poi come “per lungo tempo, quando si è provato (noi in primis) a portare l’attenzione sulla possibile esistenza di tal fenomeno criminale anche nel capoluogo marchigiano e nelle Marche, pure in correlazione con l’autore dei tragici e demoniaci fatti perpetrati a danno di Pamela quel maledetto 30 gennaio 2018 (oltre che con altri suoi connazionali, entrati a vario titolo nelle relative indagini), si è incontrata molta resistenza, sfociata spesso, addirittura, in assoluto negazionismo da parte di qualcuno”.

E adesso arrivano parole come queste che, oltre a destare curiosità, insiste la famiglia di Pamela, “per altro verso, sono anche preoccupanti”. Gravi per la realtà che descrivono: “Dall’esistenza della mafia nigeriana in sé, alle minacce subite dal poliziotto in questione (al quale, in un frangente, avemmo anche modo di manifestare la nostra solidarietà), correlate, tra l’altro, e senza mezzi termini, all’omicidio di Pamela, allo stato in cui era ridotta Macerata all’epoca dell’annus horribilis, alle paventate pressioni politiche (oltre che sociali e culturali) cui pure esso fa riferimento e che sarebbe interessante conoscere nel dettaglio, visto che, certamente, quanto allora accaduto ha toccato interessi forti”, continua la famiglia.

Parole pesanti come pietre per una famiglia ancora di attesa di molte, troppe risposte.

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