Bimba di tre anni marchiata con la parola «vergogna» sulla pelle: è giallo sull’autore del segno

Ancora ignoto l’autore di una inquietante incisione sulla pelle di una bimba di origini cinesi di soli tre anni.

Un segno inciso dolorosamente, con uno spillo, sul corpo della piccola. Per il fatto, avvenuto mesi fa a Roma, è indagato un maestro d’asilo. Ma appare improbabile che possa essere il responsabile del gesto.

«Xiu». In cinese sta per «vergogna». È la parola incisa, in alfabeto latino, sul corpo di una bimba cinese di tre anni. A riferirlo è il Corriere della Sera. Una marchiatura scoperta il 25 novembre del 2021 dai genitori della bambina. Che si sono immediatamente recati in ospedale. Dove hanno anche segnalato in Procura la lesione subita dalla piccola. Un consulente della Procura ha poi confermato che la ferita – sparita dopo venti giorni – corrispondeva effettivamente alla parola cinese «Xiu».

Un mistero ancora irrisolto

Chi sia l’autore dell’incisione sulla pelle della piccola è un giallo che da mesi impegna il pm Gabriella Fazi. Attualmente è indagato il maestro di un nido comunale della Garbatella, assistito dall’avvocato Roberto Staro. Con l’accusa di lesioni volontarie aggravate dall’odio razziale. È alquanto inverosimile però che possa essere lui l’autore del “marchio della vergogna”, a dispetto di quanto indicato inizialmente dalla bimba. Il maestro ha dimostrato infatti, documentazione ala mano, di avere un alibi. Non era presente il 25 novembre nella scuola frequentata dalla bambina, figlia di una famiglia di commercianti residenti da tre anni in Italia, assistita dall’avvocato Carmelo Pirrone.

Senza contare che la bimba, in un incidente probatorio, non ha certo parlato male del maestro, al contrario. Dunque, chi è stato? Si indagherà ancora tra i frequentatori del nido comunale. Ad ogni modo su una cosa gli investigatori non nutrono praticamente dubbi: la volontarietà della marchiatura eseguita (con grande probabilità) con uno spillo, seguendo una procedura dolorosa per la piccina.

Impostazioni privacy