Delitto Melzo, le menzogne della figlia Rosa:«Mamma ha il Covid», «È da me», «È in una Rsa»

La figlia della donna rimane in carcere accusata di omicidio, vilipendio e di aver nascosto il cadavere. Gli ultimi ad aver visto Lucia viva sono la badante e la guardia medica

Il 24 marzo alle ore 22, una badante romena ingaggiata all’inizio della giornata da Rosa Fabbiano, figlia di Lucia Ciprano, 84 anni, la contatta dopo poche ore per dirle di raggiungerla. Vuole farle vedere che non è più possibile gestire l’anziana con cure a domicilio, perché la sua lucidità e il suo stato di salute era peggiorato.

Omicidio Melzo-meteoweek.com

Insieme a lei c’è la guardia medica. Quest’ultima e la donna romena sono le ultime persone che vedranno viva Lucia Cipriano. Il giorno seguente, Rosa richiama la badante e le spiega che potrà riprendere fuori dalla porta i suoi effetti personali. Da quel giorni in poi, non si avranno più notizie certe dell’84enne, finita in un vortice di bugie e depistaggi che la figlia Rosa, 57 anni, fermata per delitto, vilipendio e per occultamento del corpo, avrebbe messo su per occultarne la drammatica morte.

«L’ho portata a casa mia per soccorrerla in caso di necessità» oppure «Non sta bene, ha preso il Covid», o ancora «L’ho fatta ricoverare in una Rsa qua vicino a casa mia». Con queste scuse, la 57enne riesce per settimane a non far avvicinare le sorelle, Loredana e Cosima, quando le domandano di poter parlare o vedere la loro mamma.

Il cadavere dell’anziana sarà tuttavia rinvenuto dai carabinieri due mesi più in là, il 26 maggio per l’esattezza, mozzato e in  avanzato stato di decomposizione, nella vasca da bagno della casa popolare in cui la donna abitava a Melzo (Milano).

Nella casa, sita al secondo piano, i militari milanesi hanno rinvenuto attrezzi per fare a pezzi il corpo: una sega lunga 31 cm, guanti, tuta protettiva, cuffietta. Il gip di Milano, Giulio Fanales ha convalidato il fermo della 57enne, e disposto che rimanga in prigione. Il giorno prima, la donna, durante l’interrogatorio, non aveva risposto alle domande del giudice, stessa cosa occorsa di fronte agli investigatori nella serata di giovedì 26 maggio.

Dopo il 24 marzo, giorno in cui Rosa aveva appreso che sua madre non avrebbe più potuto vivere come prima, l’anziana, 84 anni, sparisce. Nessuno riesce più ad avere contatti diretti con lei. A fine marzo, al marito e al figlio, la donna dirà di aver fatto ricoverare sua madre che non era più possibile curare, a causa dei sintomi di demenza sempre più evidenti.

Il 12 aprile, una vicina sentirà un odore “stomachevole” provenire dalla finestra del bagno dell’alloggio. Secondo il gip Fanales, le ragioni del delitto compiuto dalla 57enne «sono da ricondursi all’assoluta incapacità dimostrata dall’indagata nel sopportare il decadimento fisico e mentale altrui e, in particolare, di coloro che le sono affettivamente legati».

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