Suicidio assistito, Fabio Ridolfi ignorato dallo Stato: “Smetto di soffrire con la sedazione profonda e continua”

Suicidio assistito, Fabio Ridolfi ignorato dallo Stato: “Smetto di soffrire con la sedazione profonda e continua”. La decisione del 46enne, immobilizzato da 18 anni, a cui è stato negato un diritto.

Rimasta inascoltata per troppo tempo la voce di Fabio Ridolfi. Ora il 46enne di Fermignano (Pesaro), immobilizzato ormai da 18 anni e costretto a letto causa di una tetraparesi, “ha scelto di porre fine alle sue sofferenze”. A spiegarlo è stato lui stesso, attraverso il puntatore oculare che gli permette di “parlare” con il movimento degli occhi.

Suicidio assistito Fabio Ridolfi - meteoweek 20220607
suicidio assistito, la scelta di Fabio Ridolfi – meteoweek.com

“Da due mesi la mia sofferenza è stata riconosciuta come insopportabile. Ho tutte le condizioni per essere aiutato a morire. Ma lo Stato mi ignora. A questo punto scelgo la sedazione profonda e continua anche se prolunga lo strazio per chi mi vuole bene”, ha annunciato Ridolfi nel suo appello, condiviso dall’Associazione Luca Coscioni tramite video.

“Fabio merita rispetto e non di essere ignorato”

Una decisione, questa, che arriva dopo la mancata risposta da parte del Servizio Sanitario Regionale delle Marche alla richiesta del 46. Come spiegato dall’Associazione, infatti, il Servizio regionale “ha comunicato con 40 giorni di ritardo il parere del Comitato Etico con il via libera per l’aiuto medico alla morte volontaria”, e “non ha mai indicato il parere sul farmaco e sulle relative modalità di somministrazione”.

Anche per questo motivo, il 27 maggio scorso Fabio il 27 maggio ha diffidato formalmente l’Asur Marche a effettuare in tempi brevi le verifiche sul farmaco. Nemmeno alla diffida, però, l’Asur ha mai risposto. Un atteggiamento perseguibile legittimamente, con un’azione penale, per omissione di atti d’ufficio. A Fabio è infatti stato negato un diritto, “quello di poter scegliere l’aiuto medico alla morte volontaria, legalmente esercitabile sulla base della sentenza 242 della Corte Costituzionale”. Un diritto che non gli è stato concesso a causa “dei continui ritardi e dell’ostruzionismo di uno Stato che, pur affermando che ha tutti i requisiti previsti dal giudicato costituzionale e riconoscendo che le sue sofferenze sono insopportabili, gli impedisce di dire basta”, proseguono i suoi legali.

Con l’Asur che dunque continua a ignorare la richiesta de 46enne, “non possiamo non notare anche il silenzio assoluto della politica nazionale, impegnata nell’insabbiamento al Senato del testo di legge sull’aiuto al suicidio, dopo che la Corte costituzionale ha impedito al popolo di esprimersi sul referendum”, incalzano ancora dall’Associazione. E si sottolinea poi un messaggio doloroso ma importantissimo: “Fabio merita rispetto e non di essere ignorato da uno Stato che crudelmente lo costringe a una sofferenza continua e non garantisce la sua scelta legalmente attuabile. Ogni giorno che passa per Fabio è un giorno di sofferenza in più, per questo ha deciso di non voler più aspettare e di procedere con sedazione profonda e sospensione dei trattamenti di sostegno vitale”.

Impostazioni privacy