Acqua non potabile in città | Scatta il panico: ma è falso allarme

Panico e resse ieri a L’Aquila dopo il divieto all’uso dell’acqua potabile in parte del territorio del comune.

In un campione di acqua si erano rilevate tracce di toluene. Così è arrivata un’ordinanza precauzionale. Ma nella popolazione è subito partita la caccia alle scorte d’acqua.

Revocata nella notte l’ordinanza con cui, nel tardo pomeriggio di ieri, si proibiva l’uso dell’acqua potabile in una parte del territorio comunale de L’Aquila. Un’ordinanza firmata dal sindaco a scopo precauzionale dopo che dalle analisi era emersa la presenza – segnalata dalla società Gran Sasso Acqua – di tracce di toluene in un campione d’acqua.

Ieri in serata si è riunta per due volte l’unità di crisi comunale con la partecipazione dei rappresentanti della Regione, di Gsa e Asl, oltre a dirigenti e tecnici del comune aquilano. In quella sede il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi ha spiegato che il provvedimento aveva natura precauzionale. Occorreva attendere l’esito delle controanalisi di un laboratorio certificato di Teramo, convenzionato con Gsa.

Un falso allarme: ordinanza revocata

Il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi – Meteoweek

Controanalisi che hanno dato esito negativo. «Si è trattato di un falso allarme, che, comunque, non abbiamo sottovalutato come accaduto in tutte le situazioni di crisi sin qui affrontate, a partire da quella sanitaria legata alla pandemia», ha detto il primo cittadino. Che ha ricordato come nel 2017, sul versante teramano, si fosse verificato un episodio analogo «con valori, all’epoca, di circa trenta volte inferiori rispetto a quelli rilevati nella giornata odierna, furono registrate decine di segnalazioni rispetto al cattivo odore dell’acqua».

Una circostanza, questa, che si è nuovamente verificata ieri. Non c’è dunque, prosegue il sindaco «alcun pericolo per la salute di quanti hanno ingerito acqua prima dell’emanazione dell’ordinanza». L’acqua analizzata, infatti, «era stata stoccata e non immessa nella rete idrica». Perciò l’acqua ingerita «non era assimilabile a quella del campione esaminato ma, sempre in virtù di un sacrosanto principio di cautela, l’erogazione idrica è stata interrotta in alcune zone della città».

Prima che si sapesse della revoca – notizia diffusa anche sui social – i cittadini avevano fatto incetta d’acqua prendendo d’assalto i supermercati o le fontanelle pubbliche non comprese nell’ordinanza. Tanto che sugli scaffali di Carrefour, il supermercato aperto con orari notturni, era apparso l’avviso: «Terminate le scorte d’acqua».

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