Mafia, torna in carcere il “dottore” di Cosa Nostra: comunicava con Telegram credendo di sfuggire alle intercettazioni

Incarcerato Giuseppe Guttadauro, detto “u dutturi”, già primario dell’ospedale Civico di Palermo, esponente di spicco di Cosa nostra.

Era finito ai domiciliari a febbraio, ma non ha rispettato il provvedimento cautelare cercando di comunicare con l’esterno.

Torna in carcere il “dottore” Giuseppe Guttadauro, il chirurgo esponente di Cosa nostra. Nelle prime ore di oggi i Carabinieri del Ros, supportati dal Comando provinciale di Palermo, hanno eseguito l’ordinanza di aggravamento della misura cautelare nei confronti del medico già in servizio all’ospedale Civico di Palermo. Che adesso ritornerà quindi in carcere

Il 12 febbraio scorso Guttadauro era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare. Una misura giustificata dai pesanti indizi che gravavano sul medico, sospettato di “aver fatto parte, con funzioni strategiche, dell’associazione mafiosa denominata ‘cosa nostra’ e segnatamente della famiglia di Roccella”. Oltre a lui, anche il figlio Mario Carlo risultava tra i destinatari dell’ordinanza.

Cercava di comunicare dai domiciliari con Telegram

Giuseppe Guttadauro, “u dutturi” di Cosa Nostra – Meteoweek

Vista però l’età avanzata (oltre i settanta) e la mancanza, allora, di eccezionali ragioni cautelari, Guttadauro era finito agli arresti domiciliari. Ma indagini successive hanno messo in luce che l’uomo aveva in più occasioni aggirato il divieto – imposto dal provvedimento – di comunicare con persone diverse da quelle che coabitavano con lui.

“U dutturi” si era infatti servito di canali di comunicazione riservati per entrare in contatto con altre persone. A tal scopo aveva usato applicazioni come Telegram, che credeva impossibile da intercettare. Finché la Procura non ha richiesto e ottenuto dal Gip di sostituire gli arresti domiciliari con la custodia in carcere.

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