Cibo, bollette, migranti: così Putin può mettere in ginocchio l’Italia d’estate

Quando è scoppiata la terribile guerra in Ucraina si è subito cominciato a parlare della minaccia nucleare.

Infatti la Russia possiede un arsenale nucleare davvero tremendo e di conseguenza se aveva deciso di invadere l’Ucraina forse avrebbe anche potuto arrivare al punto di attaccare con le armi nucleari l’Europa e gli Stati Uniti.

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Mentre i servizi segreti e gli analisti di geopolitica continuavano a ripetere che questa ipotesi era assolutamente remota tra la gente la paura serpeggiava.

Ecco come Putin può danneggiarci

Ma oggi è diventato ormai assolutamente chiaro che le armi di Putin contro l’Europa sono altre.

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Si tratta di armi meno devastanti di quella atomica. Eppure sono armi che possono mettere in grossa difficoltà gli italiani. Innanzitutto Putin ha cominciato un forte taglio del gas erogato all’Europa. Per gli italiani questo significa bollette sempre più alte e sempre più insostenibili. Ma significa anche che le aziende sono in difficoltà sempre maggiori a produrre e che di conseguenza la recessione per il nostro paese diventa più probabile. Certamente anche Putin ha un danno dalla mancata vendita del gas all’Europa ma si sta rifacendo vendendo gas e petrolio in grandi quantità a Cina ed India. L’altra grande arma di Putin contro l’Europa è quella del grano. Infatti la micidiale stretta sul grano imposta bloccando l’export da Russia e Ucraina sta facendo grossi danni.

Cibo, migranti e costo della vita

Il cibo in Italia diventa più caro ma è soprattutto l’Africa a subire le conseguenze più drammatiche. Infatti decine di paesi africani sono a rischio fame a causa della stretta sul grano. In tanti paesi in Nord africani oggi il grano è diventato quasi introvabile e gli effetti sulla popolazione sono terribili. Anche questa è un’arma di pressione nei confronti dell’Europa. Così grandi ondate migratorie si riverseranno sull’Europa proprio nel momento in cui starà entrando in recessione.

Pressione sull’Europa

È evidente che anche questa sarebbe un ulteriore motivazione per spingere gli europei a chiedere a gran voce ai governi di disimpegnarsi dalla questione Ucraina e soprattutto dal terminare le sanzioni. Anche se oggi il problema del cibo appare quello meno preoccupante, in realtà in prospettiva la carestia globale potrebbe essere fortemente peggiorata dalle manovre di Putin. Questo nei prossimi mesi potrebbe costituire un allarme da non sottovalutare.

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