Silvana Erzembergher non starà più in carcere:«Incapace di intendere e volere al momento del delitto»

Silvana Erzembergher non starà più in carcere:«Incapace di intendere e volere al momento del delitto»

La donna sarà condotta in una struttura psichiatrica. La 71enne, nell’aprile scorso, assassinò il vicino di casa con una pistola e ne ferì la moglie. Per il perito del pm non sarebbe imputabile 

Nell’aprile scorso, la 71enne Silvana Erzembergher uccise a colpi di pistola il vicino Luigi Casati, 61 anni, ferendo la moglie di lui Monica Leoni, 57 anni. Oggi è pronta per lasciare il carcere, poiché una misura presa a seguito di una consulenza psichiatrica voluta dal pm Guido Schininà, ha asserito che la pensionata era incapace di intendere e volere al momento in cui è occorso l’omicidio.

Silvana Erzembergher-meteoweek.com

Dopo la ricezione del risultato della consulenza, il pm ha chiesto che Erzembergher venga scarcerata, disponendone il ricovero in una struttura psichiatrica in provincia di Mantova. A comunicare dell’ordinanza è stato il legale della donna, Andrea Pezzotta. Alla identica conclusione era arrivata la consulenza della difesa. La donna dovrà affrontare un percorso di cura il cui prossimo controllo delle sue condizioni mentali è previsto tra sei mesi.

Date le suddette conclusioni, c’è la probabilità che la donna non sia imputabile. Subito era venuto fuori che a portarla a quell’omicidio c’era una motivazione non reale. A dirlo per primo era stato il figlio della vittima, Emanuele Casati, giungendo sulla scena dell’omicidio. «Era da anni che andava avanti. La Erzembergher si inventava le cose. Diceva che i miei le facevano i dispetti ma non c’era niente», aveva raccontato.

La donna, infatti, si lamentava che la notte qualcuno suonava al suo campanello e non riusciva a dormire, accusando di questo, senza ragione, i Casati. Si tratta di un’accusa che nel condominio si sapeva, al punto che uno dei condomini aveva installato una videocamera per scoprire la verità all’interno delle cassette postali, di fronte ai campanelli. Dai video è venuto fuori che a suonare era la stessa 71enne.

Inoltre, si era verificato un precedente: il 28 maggio dello scorso anno, la pensionata aveva inseguito Monica Leoni con un bastone, per cui la donna l’aveva denunciata. Questa denuncia avrebbe dovuto far sì che le venisse confiscata la pistola, un Revolver calibro 38. Quando il padre è morto, Emanuele Casati aveva domandato come mai quella donna avesse ancora la pistola. I carabinieri che intervennero quel 28 maggio, infatti, non avevano trovato l’anziana in casa e nel verbale la donna era nominata Erzembergher Zanda, con il cognome del marito invece del suo nome.

Nemmeno i vigili erano riusciti a identificare la pensionata, perché la donna, all’epoca, non aveva ancora cambiato residenza, da dove viveva a Treviglio. Questa serie di circostanze aveva fatto sì che si aprisse un’inchiesta contro ignoti e quindi l’arma non era stata ritirata fino al tragico epilogo del 28 aprile.