«Ho fatto una ca… Ero ubriachissima», nuove chat al processo di Ciro Grillo

Agli atti le nuove chat della ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici di violenza sessuale. Ascoltati anche i vicini a Porto Cervo.

Sentite le testimonianze volute dal giudice nel processo, aggiornato adesso al 21 settembre.

Ciro Grillo – Meteoweek

 «Ho fatto una ca… Poi ti racconterò. Ero ubriachissima». Acquisite nuove chat al processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici denunciati per violenza sessuale di gruppo (che hanno sempre negato) ai danni di una studentessa, incontrata in discoteca insieme ad un’amica, e con la quale avevano finito la serata all’interno del residence del fondatore del Movimento Cinque stelle. Lo riferisce il Corriere della Sera.

Sono le chat di S., la giovane che ha messo a verbale le accuse mandate al maestro di kitesurf per confidarsi con lui e ricevere un supporto. Messaggi che dicono molto di quella serata cominciata il 16 luglio al Billionaire, dove S. arriva in taxi accompagnata da R. Una serata che poi va avanti in casa Grillo dove, tra le 5 e le 9 della mattina successiva, sarebbero avvenuti gli «atti di violenza» ai danni di S. Mentre per i ragazzi immortalatisi con lei nel corso di scene a luci rosse la ragazza era «consenziente». Per la prima volta ieri hanno fatto la loro apparizione in aula due dei ragazzi, Edoardo Capitta e Vittorio Lauri. «Per metterci la faccia», ha spiegato il loro avvocato difensore, Andrea Vernazza.

Al centro delle attenzioni, nella seconda udienza, le chat per le quali il procuratore Gregorio Capasso ha fato richiesta di acquisizione, accolta malgrado l’opposizione della difesa. A illustrarle ha provveduto il luogotenente dei carabinieri Luca Levrini, incaricato di svolgere le prime indagini dalla maresciallo Cristina Solomita – sentita anche lei a lungo – che ha ricevuto la denuncia a Milano.

Il nodo del consenso

Di particolare importanza, a giudizio della difesa della ragazza, l’avvocato Giulia Bongiorno, l’ultimo dei tre messaggi mandati quel giorno da S. al surfista. Quando la ragazza, allora diciannovenne, come afferma negli altri due messaggi su WhatsApp, si è recata ugualmente «in spiaggia» dopo essere uscita dal residence di Grillo per fare la lezione di kite già prevista, assieme a un’altra insegnante. Al suo maestro, col quale era più in confidenza, S. ammette di «aver fatto un casino». Specificando anche le condizioni in cui si trovava: ad alto tasso di alcol.

Un dettaglio che per la difesa della ragazza fa una enorme differenza. «È pacifico che se manca il consenso consapevole, perché la ragazza ha fatto abuso di alcol, si tratta di violenza sessuale», spiega al Corriere l’avvocato Bongiorno. Che risponde con sicurezza all’obiezione che consegue, cioè se ogni rapporto con una ragazza ubriaca costituisca violenza sessuale: «Non si può fare sesso se l’altra persona non presta consenso o il consenso è viziato».

Le testimonianze dei vicini di casa

Anche i vicini di casa Grillo a Porto Cervo sono stati ascoltati nell’udienza. «Erano tutti a chiacchierare, a bere. Non abbiamo sentito nulla di anomalo», hanno raccontato sempre al Corriere, fuori dall’aula, le proprietarie di due ville vicine. «Ho sentito i ragazzi che cantavano. Niente di strano», conferma un uomo del personale di un’altra villa vicina a quella di Grillo.

Sentito anche Roberto Pretto, il manager del Billionaire, per cercare di capire se qualcuno avesse notato qualche anomalia nella serata passata in discoteca. «Non ci siamo accorti di nulla», afferma lui all’uscita. Il 21 settembre ci sarà la nuova udienza, mentre i difensori si augurano che si arrivi presto al punto in cui toccherà al giudice sciogliere il nodo delle due versioni contrastanti.

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