Addio ad Amedeo Ricucci, storico giornalista della Rai

Il giornalista Rai, 63 anni, malato da diverso tempo, si è sentito male in un albergo di Reggio Calabria, dove stava lavorando a un servizio sulla ‘ndrangheta

Addio allo storico reporter Rai, Amedeo Ricucci, 63 anni. L’uomo ha perso la vita a causa di un malore in un albergo di Reggio Calabria, dove stava lavorando a un servizio speciale riguardante la ‘ndrangheta.

Amedeo Ricucci-meteoweek.com

Ricucci da tempo aveva una patologia. Nel corso della sua lunga carriera di giornalista ha lavorato come inviato di guerra per Professione Reporter, Mixer, Tg1, La Storia Siamo Noi, oltre a proseguire la propria attività come scrittore e blogger.

Originario di Cetrano, in provincia di Cosenza, fu rapito in Siria per circa dieci giorni da un gruppo i cui ideali erano vicini a quelli dello Stato islamico Al-Nustra. Il sequestro avvenne il 3 aprile 2013 e l’uomo fu rilasciato il 13 aprile.

Ricucci si è occupato delle guerre più importanti degli ultimi decenni, tra cui quelle in Kosovo, Algeria, Afghanistan e Iraq. Era assieme alla sua collega Ilaria Alpi, in Somalia, quando la giornalista fu assassinata nel corso di una sparatoria a Mogadiscio.

Nel 2002, Ricucci ha assistito al decesso a Ramallah del fotoreporter Raffaele Ciriello, morto sotto gli spari delle truppe israeliane nel corso di sparatorie della seconda Intifada palestinese.

Il Consiglio di Redazione del Tg1, che per primo ha divulgato la notizia del suo decesso, ha voluto ricordare così Amedeo Ricucci:«Ciao Amedeo, te ne sei andato mentre facevi quel lavoro che tanto amavi. Difficile esprimere il profondo dispiacere per la perdita di un compagno di strada straordinario. Amava quello che faceva e raccontava la realtà andando a scovare negli angoli del mondo e nei momenti più bui, come quelli della guerra. A rischio della propria stessa vita».

Hanno poi aggiunto: che Ricucci «ha dato un contributo enorme non solo professionale ma umano. Sempre partecipe, sempre in prima linea quando si trattava di discutere insieme del presente e del futuro della nostra professione. Si è preso cura della redazione, impegnandosi come Cdr, si è sempre impegnato nelle battaglie sindacali. Appassionato, anche qui, come pochi. Difensore del mestiere più bello del mondo. Che ti ha accompagnato fino alla fine. Noi, tutti noi, cercheremo di portare avanti quel testimone. Ciao Amedeo!». 

A ricordare il giornalista anche il sindacato Stampa Romana, che ha posto l’accento sulla vocazione di Ricucci per il proprio lavoro. «Voleva essere sempre nei luoghi dove si svolgevano i fatti, viverli fisicamente, un testimone diretto di quanto accadesse nel mondo per poter raccontare la verità senza filtri né manipolazioni», hanno rammentato.

Il giornalista, anche nel periodo della patologia che stava affrontando, aveva continuato a lavorare dedicando massimo impegno e accuratezza in quello che doveva essere il racconto della guerra in Ucraina.

Impostazioni privacy