Catturato l’evaso Massimo Riella: a tradirlo un errore della fidanzata

L’incredibile fuga di Riella dal carcere è durata quattro lunghi mesi. Era stato capace di far perdere le sue tracce e arrivare fino in Montenegro ma una telefonata effettuata dalla sua compagna lo ha incastrato. 

La colpa della sua cattura è di un errore della sua fidanzata nonché complice nella fuga. Massimo Riella è stato arrestato a Podgorica, in Montenegro, dopo essere stato latitante per quasi quattro mesi in seguita alla fuga dal carcere.

Una telefonata è stata alla base del “tradimento”, infatti la donna era in contatto con una persona che doveva procurargli dei documenti falsi, ma il numero era sotto intercettazione della polizia penitenziaria e, nonostante usassero un linguaggio in codice per evitare di essere scoperti, alla fine le forze dell’ordine sono riuscite a risalire alle indicazioni e arrestare Riella.

LA FUGA

Il fuggitivo si muoveva in bicicletta per le montagne per evitare di essere riconosciuto e percorreva ogni giorno diverse decine di chilometri. Il suo arresto è avvenuto in un appartamento della città montenegrina, dove gli investigatori si erano già mossi immaginando la meta della sua fuga. Ma su come dalle montagne vicino Como, luogo dove era scomparsi, sia arrivato fino al Montenegro ancora è un mistero.

Si suppone che Riella avesse un fitto giro di amicizie nell’ambito della detenzione che gli hanno fornito appoggio. L’uomo potrebbe avere dormito e ricevuto viveri sui bricchi lombardi dove vivono i suoi compaesani e i familiari, questi avevano addirittura messo delle foto-trappole per evitare che venisse rintracciato.

IL SALUTO ALLA MADRE

Massimo Riella è stato un imprenditore edile, era stato arrestato con diverse accuse. Una per avere rubato il parquet ai concorrenti, un’altra per rapina ai danni di due anziani di cui però lui si dichiara innocente. Il 12 marzo del 2022 aveva ottenuto un permesso premio per andare a trovare la tomba della madre da poco deceduta sopra Dongo, nella zona di Como. Qui era cominciata la sua fuga: nonostante fosse controllato da cinque agenti, si era divincolato a calci e iniziato a correre. Era stato persino in grado di sfuggire ai cani.

E’ mezzo matto, mi ha sempre combinato casini” aveva detto di lui il padre. Dopo la fuga il genitore aveva dichiarato: “Non so niente. Niente! Ma almeno è salvo!“. Riella ora verrà riportato in Italia entro questa settimana tramite un transfer organizzato dal Ministero dell’Interno.

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