Sale la tensione nel governo, per Di Maio: “Conte non voterà la fiducia”

Il ministro degli Esteri ritiene che Conte non sia più seguito dai suoi e che l’ex-premier non voterà la fiducia al Governo Draghi. Il M5S rischia ulteriori scissioni e gli altri partiti lo vogliono estromettere dall’Esecutivo.

C’è molta tensione per l’intervento di Mario Draghi in Senato previsto per domani. Il premier potrebbe tenere un discorso che confermi la sua scelta di dare le dimissioni in quanto non ritiene ci siano più le condizioni per un governo di solidarietà nazionale che lo sostenga, oppure chiedere le fiducia e andare avanti.

Intanto però è previsto un incontro tra Draghi ed Enrico Letta. Il segretario del Pd vuole fortemente che il premier rimanga al suo posto e sta facendo di tutto per ricucire le maglie di una maggioranza sempre più interessata a coltivare il proprio giardino personale in attesa delle elezioni politiche piuttosto che alla stabilità dell’azione politica dell’Italia. Un incontro che non è piaciuto al Centrodestra e in particolare a Lega e Forza Italia i quali avevano chiesto la settimana di potere discutere con Draghi della sua scelta, ma ai quali il premier non ha dato udienza.

LA RIVELAZIONE DI DI MAIO

Si cerca di capire cosa farà il Movimento 5 Stelle qualora la decisione di Draghi fosse quella di fare una verifica di maggioranza ponendo la fiducia. Secondo quando affermato dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio durante l’assemblea dei parlamentari di Insieme per il Futuro: “Il partito di Conte ha già deciso di non votare la fiducia al governo Draghi. Conte sta scommettendo sul voto anticipato, ma sarebbe un ulteriore crollo nei sondaggi“. La previsione di Di Maio potrebbe però realizzarsi in un’ulteriore scissione nel Movimento, con altre decine di eletti pronti ad abbandonare il partito.

CONTE FUORI DAL M5S?

L’alternativa c’è e prevede la fine politica di Conte. In caso l’Avvocato del popolo dovesse scegliere di uscire dall’esecutivo in molti gli si potrebbero rivoltare contro, a iniziare dai tre ministri pentastellati Patuanuelli, Dadone e D’Incà. L’ex-Presidente del Consiglio è mal sopportato dai vertici del M5S, persino da Beppe Grillo che, dopo le liti della scorsa estate, ora ne ha abbastanza e potrebbe lavorare per destituirlo da capo politico. Da parte sua Conte va avanti verso una direzione che nemmeno lui sembra conoscere, ponendo priorità al governo ma senza una reale strategia.

IL PD CHIAMA ALLA RESPONSABILITA’

Frattanto l Centrodestra al governo chiede e gran voce di trovare un esecutivo senza l’alleato più inaffidabile, ovvero il M5S. Anche il PD pare stanco dei giochetti. “Da giorni l’unica occupazione del Centrodestra è inviare note stampa di veto a questo e a quello, mentre spiega a Draghi chi può o non può incontrare. Serietà e responsabilità, è quello che il Pd sta facendo per evitare una crisi incomprensibile e dannosa per persone, famiglie e imprese” afferma sul suo profilo Facebook la deputata e membro della segreteria Pd, Chiara Gribaudo.

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