Manca l’ambulanza, muore uomo di 90 anni. La figlia presenta denuncia

Grave inefficienza del servizio sanitario provoca la morte di un anziano a Lecce. La figlia però aveva chiesto più volte il ricovero che non è avvenuto, per questo ha deciso di denunciare coloro che ritiene responsabili del decesso del padre. 

Un anziano di 90 anni è deceduto a poche ore dal ricovero, avvenuto a Lecce. La figlia dell’uomo però ha deciso di denunciare l’Asl locale a causa del ritardo con cui è avvenuto l’intervento sanitario. Il fatto è avvenuto alcune settimane fa ma la notizia è stata diffusa solo oggi.

Stando a quanto raccontato dalla donna, il padre aveva iniziato a rifiutare il cibo e di alzarsi dal letto a causa di una condizione di salute molto precaria. A quel punto la figlia ha avvertito il medico di famiglia la quale ha prescritto alcuni farmaci per integrare gli alimenti, soluzioni fisiologiche in flebo per l’idratazione e la consulenza presso il centro oncologico di zona. La dottoressa ha anche avvisato di muoversi rapidamente in quando l’uomo era in uno stato avanzato di disidratazione, ma dal reparto l’addetto fa sapere alla figlia che la richiesta di intervento urgente non può avvenire in quanto c’è una lunga lista d’attesa.

LE RICHIESTE DI RICOVERO

L’uomo continua a peggiorare, tanto che si deve ricorrere a una chiamata al 118 di Lecce per fornire immediato soccorso. L’ambulanza però si presenta 45 minuti dopo la telefonata inoltre i sanitari rassicurano la famiglia sconsigliando il ricovero per il malato.

Ma l’anziano ha un tracollo fisico con scompenso dei parametri vitali, scarsa deglutizione e irrigidimento muscolare. La figlia chiama nuovamente i soccorsi, i quali stavolta replicano dicendo che non ci sono ambulanze disponibili a Lecce e che l’intervento sarebbe avvenuto in ritardo. I sanitari arrivano quindi un’ora dopo la telefonata e privi di ossigeno, inoltre diagnosticano all’uomo una polmonite. L’uomo non viene ricoverato neanche questa volta ma gli vengono somministrati antibiotici e tachipirina.

IL DECESSO

La figlia a questo punto chiede insistentemente il ricovero per il padre, i sanitari affermano però che l’uomo sarebbe stato messo in codice giallo e abbandonato in corsia al pronto soccorso, ragion per cui la donna cede. Ma la sera stessa il quadro clinico peggiora ulteriormente. La donna richiama ancora una volta i sanitari e viene finalmente disposto il ricovero. Il malato però cessa le funzioni vitali dieci minuti dopo l’accesso alla struttura ospedaliera.

Secondo la figlia che ha esposto denuncia con i reati di omissione di soccorso e omissione di atti d’ufficio. Per la Corte di Cassazione l’ambulanza che giunga in ritardo a causa dell’inerzia dell’operatore del 118 che, anziché inviare prontamente i soccorsi, sottovaluta le condizioni di salute riferitegli telefonicamente, incorre in responsabilità.

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