Per le alleanza il Pd guarda al centro, ma a sinistra c’è un vasto universo

Il Partito Democratico è a caccia di alleati per contrastare il favoritissimo Centrodestra. A sinistra ci sono molti partiti, ma tutti piccoli e che avrebbero un dialogo difficile con i dem. Intanto Letta guarda verso il centro.

C’è una galassia di sigle, piccoli partiti e movimenti a sinistra del Pd con cui Enrico Letta può provare un dialogo per aprire quel Campo largo a lui auspicato per far fronte alle elezioni politiche del 25 settembre. Il segretario dem ha bisogno di alleati dopo le insanabili divisioni con il M5S di Giuseppe Conte e contro un Centrodestra che appare in netto vantaggio.

SINISTRA E AMBIENTALISTI

I primi da considerare sono Sinistra Italiana ed Europa verde con cui sembra sia facile chiudere un accordo, visto che entrambi sono già in Parlamento a sostengo del Governo Draghi. I simboli sono già stati depositati e sicuramente saranno della partita con il Pd, da definire però alcuni punti fondamentali del programma elettorale che dovrà prevedere importanti misure in termini di salvaguardia dell’ambiente in accordo con le iniziative messe in piazza dai Fridays for Future, il tema dei diritti e la lotta alle disuguaglianze sociali. C’è poi il nodo del pacifismo, nonostante le polemiche sollevate dal sostegno militare all’Ucraina nella guerra di invasione russa.

I POST COMUNISTI

Più complesso il dialogo con la sinistra ex-parlamentare di Rifondazione Comunista e Potere al Popolo che non vedono di buon occhio il Pd e soprattutto Draghi. Questi possono essere aggregati sotto la sigla di Unione Popolare e con la guida di Luigi De Magistris, il quale non ha mai nascosto le sue ambizioni politiche a livello nazionale. L’ex-sindaco vorrebbe dentro il Movimento 5 Stelle per una alleanza anti-sistema. La base di UP permetterebbe di raccogliere consenso in quella sinistra del Sud Italia dove il Centrosinistra fa molta fatica.

Ancora più difficile un’alleanza con alcune sigle di chiara ispirazione comunista come il Partito comunista dei Lavoratori di Marco Ferrando e il Partito comunista di Marco Rizzo ma anche Patria socialista, Ancora Italia, Riconquistare l’Italia e Azione Civile. Sono quasi tutti partiti che si sono schierati contro il Green Pass, la Nato, l’Unione Europea e la moneta unica. Anti-vaccinisti sono anche gli ex-M5S che si sono riuniti in Alternativa in aperta polemica contro la fiducia al Governo Draghi e che potrebbero rientrare nel Movimento del nuovo corso post-Di Maio.

SGUARDO AL CENTRO

I partiti sopra citati però hanno numeri di consenso che si attestano allo “zero virgola” per cui Letta guarda soprattutto al centro. Azione e +Europa sono i primi della lista per il segretario, il quale attende risposte certe da Carlo Calenda. L’ex-ministro pretende innanzitutto che il Centrosinistra vada senza i 5 Stelle, poi chiede un un terzo delle candidature nei collegi uninominali ovvero circa 70 e per sé stesso il collegio di Roma che però è conteso da Nicola Zingaretti.

Letta è molto incerto se continuare a dialogare con Italia Viva, l’ex-segretario Matteo Renzi è molto odiato e il suo partito non ha attualmente i numeri per entrare in Parlamento nemmeno in coalizione. Inoltre “Renzi vorrebbe avere troppe candidature” afferma un esponente dem “per sé, Bonifazi, Boschi, Bellanova, Rosato e Faraone“, cioè i principali parlamentari che nel 2019 lasciarono il PD per seguire Renzi e con obiettivo di svuotare di consensi il Partito Democratico. Difficile che Letta possa cedere.

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