Maddalena, il degrado e i veleni tossici in mare: abbandonato a sé stesso il polo per il G8 (mai fatto) del 2009

Nel luglio del 2009 l’isola di La Maddalena, di fronte alla costa nord orientale della Sardegna, avrebbe dovuto ospitare il G8.

Ma il vertice fu spostato all’Aquila dopo il devastante sisma dell’aprile di quello stesso anno. Le opere costruite per il G8 sardo sono in stato di abbandono. E c’è anche il problema dell’inquinamento e delle bonifiche annunciate ma mai eseguite.

Il centro congressi per il G8 del 2009 poi rimasto inutilizzato – Meteoweek

Che fine hanno fatto le grandi opere costruite a La Maddalena, in Sardegna, per il G8 che si sarebbe dovuto tenere a luglio 2009? Un evento poi spostato all’Aquila dopo il violento terremoto dell’aprile di quello stesso anno. Se n’è occupato Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, che ha attestato il pessimo stato, a voler essere gentili, delle opere costruite e mai utilizzate.

A cominciare dal grande hotel di lusso che era stato ricavato dall’ex ospedale militare sulla strada litoranea più trafficata. Un albergo a cinque stelle da 101 camere privo però di spiaggia, giardino, alberi. Mancano anche piscina e spa. Il tutto costato più di 91 milioni di euro. Una struttura che giace in stato di totale abbandono, col pavimento sgretolato, invaso da piante, erbacce e alberelli. Il Corriere calcola che per rientrare con le spese servirebbero almeno 65 anni, se l’hotel fosse pieno al 70% per un centinaio di giorni all’anno. E a patto che non ci fossero costi per il personale, per il cibo e i vini da dare agli ospiti… Pura utopia, tanto che in tutti questi anni non ci sono giunte offerte da parte di un solo albergatore.

Il centro congressi in rovina

C’è poi l’avveniristico centro congressi progettato da Stefano Boeri. Bellissimo a metà settembre 2009, nel giorno dell’apertura-risarcimento ai visitatori (dopo lo spostamento del G8 all’Aquila), per la presentazione delle Louis Vuitton series. Oggi però appare irriconoscibile: la facciata «ventilata con esagoni di vetro» è ormai rovinata dal vento, che col tempo l’ha sbrindellata e spazzata via. Senza parlare della manutenzione, mai fatta.

Stesso discorso per l’hotel Porto Arsenale (soprannominato ironicamente «Hotel Obama» perché lì doveva essere ospitato il presidente americano). Altra struttura abbandonata a se stessa. Così come per tutte le altre strutture portuali, ricettive, formative e convegnistiche: la darsena turistica, le Provveditorie Marine, lo «Stecco» di alloggi per gli ospiti. Avrebbero dovuto dare un volto nuovo all’Arsenale della Maddalena. Adesso invece tutto è assediato dalla ruggine e dalle sterpaglie.

I fondi inquinati dai liquami tossici e le bonifiche mai fatte

Per non parlare dell’inquinamento dei fondali, pieni di fanghi contaminati. Si tratta di liquami, spiega il Corriere, lasciati dai militari americani e italiani, per decenni del tutto incuranti del tema dei veleni tossici. Il tutto con evidenti problemi di sicurezza. Berlusconi, alla fine di aprile 2009, invocò proprio le «preoccupazioni per il sistema di sicurezza» per giustificare lo spostamento del summit all’Aquila. Aveva anche promesso che i lavori sarebbero stati completati facendo della Maddalena il «più importante centro di attrazione del Mediterraneo» in grado di accogliere «almeno otto grandi manifestazioni all’anno». Promesse, inutile dirlo, tutt’altro che mantenute.

Certo, non appare giusto imputare solo a Berlusconi la responsabilità del flop della Maddalena. La scelta iniziale fu infatti di Romano Prodi e dell’allora governatore sardo Renato Soru. A suo tempo furono criticati un po’ da tutti. Era convinzione che la scelta fosse dovuta non tanto all’amore per l’isola ma per isolare i black block dopo le violenze del G8 di Genova. Né hanno fatto meglio i vari premier e governatori (di destra e di sinistra), i sindaci, i partiti e le amministrazioni degli anni successivi.

Il punto è che dall’annuncio del G8 alla Maddalena (14 giugno 2007) sono passati più di quindici anni. I lavori sono costati, più o meno ufficialmente, 402 milioni di euro attuali. Anche se si sospetta che i costi reali siano molto più alti. Un enorme spreco di risorse per un’area oltretutto inutilizzabile. Mai fatte le bonifiche (che Berlusconi aveva giù dato per eseguite nel 2008). E anche il Commissario Straordinario per le Bonifiche, il governatore sardo-leghista Christian Solinas (confermato da quattro esecutivi: Gentiloni, Conte giallo-verde, Conte giallo-rosso e Draghi) non risulta essere più tornato alla Maddalena dopo il tour elettorale precedente alla sua elezione a governatore.

Il governo Draghi, per contrastare il degrado delle opere destinate al G8, è intervenuto con un decreto che dava a Solinas tre milioni e mezzo l’anno, dal 2022 al 2024 «per la manutenzione straordinaria» del patrimonio sempre più degradato. Inoltre aveva assegnato alla struttura commissariale di Solinas un dirigente e tre funzionari che si dedicassero espressamente a cercare di risolvere il problema. Quantomeno un segnale di attenzione. Però sono trascorsi oltre sei mesi. Senza che si sia mosso nulla.

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