Striscia di Gaza, al terzo giorno di guerra arriva il cessate il fuoco con Israele: 43 i morti negli scontri

Dopo tre giorni di guerra finisce l’operazione Breaking Dawn. Raggiunto l’accordo tra Israele e Jihad islamica grazie alla mediazione dell’Egitto.

L’accordo prevede il rilascio del comandante Bassam al-Saadi arrestato in Cisgiordania, a Jenin.

Dopo tre giorni di scontri feroci, con almeno 43 morti da parte palestinese, tra i quali 15 bambini, è arrivato il cessate il fuoco, con la mediazione egiziana, tra Israele e Jihad islamica. La speranza è che l’accordo metta termine a quelli che sono stati i peggiori scontri nella Striscia di Gaza dalla guerra di 11 giorni che lo scorso anno ha messo a ferro e fuoco l’enclave palestinese governata da Hamas.

“È stato raggiunto il testo dell’accordo di tregua mediata dall’Egitto”. L’annuncio è arrivato da Muhammad al Hindi, capo del dipartimento politico della Jihad islamica a Gaza. Il cessate il fuoco è stato fissato alle 23:30 ora locale (le 22:30 in Italia). Poco dopo è arrivata la conferma da parte del premier israeliano Yair Lapid, non senza aver ringraziato l’Egitto “per gli sforzi” di mediazione. Ma al tempo stesso è arrivato anche l’avvertimento che “in caso di violazioni, lo Stato di Israele si riserva il diritto di rispondere con forza”. Appena prima l’entrata in vigore della tregua c’è stata infatti l’ultima raffica di razzi provenienti dalla Striscia e il contrattacco israeliano.

Venerdì le Forze di difesa dello Stato ebraico (Idf) avevano lanciato l’operazione ‘Breaking Dawn’. Così erano scattati i pesanti bombardamenti aerei e di artiglieria sulle postazioni della Jihad islamica a Gaza. Il gruppo armato palestinese non è rimasto a guardare. Ha fatto subito partire la rappresaglia lanciando circa mille razzi. Pesante la conta dei morti. Il ministero della Salute di Gaza parla di almeno vittime, 15 dei quali bambini e 4 donne. I feriti palestinesi sono 311. Due invece i feriti da parte israeliana, oltre a un cittadino straniero del quale è ancora ignota la nazionalità.

Israele annuncia: raggiunti gli obiettivi dell’operazione

Bassem al-Saadi – Meteoweek

La Jihad islamica ha comunicato che l’accordo “contiene l’impegno dell’Egitto” a lavorare per far rilasciare due prigionieri del gruppo: Bassem al-Saadi e Khalil Awawdeh. Saadi, un esponente di spicco dell’ala politica della Jihad islamica, è stato arrestato di recente in Cisgiordania. All’origine dell’ultima escalation di tensioni c’è proprio il suo arresto. Anche Awawdeh, militante della Jihad islamica, è prigioniero degli israeliani.

Prima che fosse ufficialmente annunciato l’accordo, Lapid aveva detto che gli obiettivi dell’operazione erano stati raggiunti. Dunque non aveva senso proseguire. Per l’esercito israeliano l’intera “alta dirigenza dell’ala militare della Jihad islamica a Gaza è stata neutralizzata”. Tra gli importanti esponenti del movimento armato che sono stati eliminati c’è Tayseer al-Jabari, comandante nel Nord della Striscia, e Khaled Mansour, comandante nel Sud. Israele aveva giustificato l’operazione “preventiva” contro la Jihad islamica col rischio di un attacco imminente.

Nuovo attacco venti minuti dopo la tregua

Venti minuti dopo l’entrata in vigore della tregua sono partite di nuovo le sirene nelle città israeliane vicino al confine con la Striscia di Gaza. Il sistema di difesa aerea Iron Dome ha intercettato un razzo sulla città di Mivtahim. Nell’attacco non ci sono stati danneggiamenti o feriti.

Ziad al-Nakhalah, segretario generale della Jihad islamica palestinese, ha minacciato di ritirarsi dall’accordo di tregua con Israele e di riprendere il lancio di razzi dalla Striscia di Gaza, nel caso in cui gli israeliani non dovessero attenersi ai del cessate il fuoco. “Se il nemico non soddisfa le condizioni del movimento di resistenza palestinese, considereremo l’accordo non valido e riprenderemo la battaglia senza un momento di esitazione”, ha detto al-Nakhalah, che ha parlato di “vittoria” del popolo palestinese e spiegato che Jihad islamica “è rimasto stabile e forte”.

Impostazioni privacy