Ricerca del MIT svela una nuova batteria “casalinga”: costa un quinto di quelle al litio ed è ignifuga

Il MIT si è dato da fare con una ricerca che mirava a creare una batteria alternativa e maggiormente funzionante. Come è stata composta esattamente, e quanto tempo ci hanno voluto per progettarla?

"Ricerca del MIT svela una nuova batteria ""casalinga"": costa un quinto di quelle al litio ed è ignifuga"
Le nuove batterie del MIT forse ci saranno d’aiuto – MeteoWeek.com

Il MIT, acronimo di Massachusetts Institute of Technology, ha creato una nuova batteria basata su alluminio, zolfo e sale che ha sorpreso per le prestazioni e i notevoli vantaggi rispetto a quelle che utilizzano il litio, per altro vulnerabile ad esplosioni ed incendi in casi di danneggiamento o di uso improprio.

Il team di ingegneri dell’Università americana, dunque, ha cercato un’alternativa economica, trovandola nell’impiego di alluminio e zolfo per gli elettrodi e un elettrolita salino fuso in mezzo. Lo dice Donald Sadoway del MIT, professore a capo della squadra, che ha dichiarato qualcosa di interessante in una intervista: “Volevamo inventare qualcosa che fosse migliore, molto migliore, delle batterie agli ioni di litio per l’immagazzinamento stazionario su piccola scala e, in definitiva, per gli [usi] automobilistici“.

Il processo di realizzazione della nuova batteria del MIT

"Ricerca del MIT svela una nuova batteria ""casalinga"": costa un quinto di quelle al litio ed è ignifuga"
Questa idea è scaturita da alcune progettazioni interessanti – MeteoWeek.com

Ma come ha avuto inizio questo progetto? Lo hanno fatto prendendo in mano la tavola periodica e andando a cercare l’elemento chimico più diffuso. Dopo aver escluso il ferro si sono concentrati sull’alluminio, scegliendolo per il primo elettrodo. A quel punto il più abbondante fra i non metalli era lo zolfo, così anche il secondo elettrodo era sistemato.

L’elettrolita non era neanche una buona scelta vista la sua infiammabilità elevata, quindi ha messo alla prova alcuni polimeri per poi orientarsi verso dei sali fusi con punti di fusione relativamente bassi, vicini a quello di ebollizione dell’acqua, invece dei quasi 1.000 gradi Fahrenheit: “Una volta raggiunta la temperatura corporea vicina, diventa pratico realizzare batterie che non richiedano speciali misure di isolamento e anticorrosione“.

Ed è così che sono giunti alla creazione di una batteria dal costo molto ridotto e a zero rischio di incendio, ma che doveva dimostrare ancora il suo reale valore negli usi pratici. Nei test successivi le celle hanno confermato di sopportare centinaia di cicli a velocità di carica elevate; la rapidità di ricarica dipendeva fortemente dalla temperatura di lavoro, di conseguenza più calda era la batteria e meno tempo le era necessario per ricaricarsi.

Questa nuova tecnologia è già la base per una nuova società chiamata Avanti, e che ha concesso in licenza i brevetti al sistema: “Abbiamo fatto esperimenti a velocità di ricarica molto elevate, caricando in meno di un minuto, e non abbiamo mai perso celle a causa del cortocircuito dei dendriti. Il primo ordine del giorno per l’azienda è dimostrare che la batteria funziona su larga scala, e quindi sottoporlo a una serie di stress test, incluso l’esecuzione di centinaia di cicli di ricarica“. Che sia l’inizio di una nuova era per le batterie a basso prezzo e con maggiori usi? È possibile, e noi non vediamo l’ora di vederle in azione.

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