«Ho ucciso mio marito e l’ho messo nel congelatore perché mi picchiava»: risolto il giallo del pensionato fatto a pezzi a Rovigo

Arrestata la moglie del pensionato albanese trovato a pezzi a Rovigo. La donna ha confessato: temeva di essere abbandonata dal marito.

La svolta è avvenuta durante un interrogatorio col pm e grazie alle intercettazioni telefoniche.

Nadire e Shefki Kurti – foto dalla rete

È svolta nel giallo dell’omicidio di Shefti Kurti, il pensionato albanese di 72 anni fatto a pezzi ritrovato a fine in luglio in un canale in provincia di Rovigo. Ha confessato la moglie del 72 enne. È stata lei ad uccidere il marito e a smembrarlo poi in bagno con un’accetta.

Sabato mattina la moglie Nadire, 68 anni, è stata arrestata con l’accusa di omicidio aggravato e distruzione e soppressione di cadavere. Adesso piantonata nel Reparto di Psichiatria dell’ospedale di Rovigo. La donna non si trova in carcere perché dallo scorso 12 agosto è ricoverata. La Procura di Rovigo appare intenzionata a disporre sulle sue condizioni mentali.

L’omicidio e il corpo a pezzi nel congelatore

Nella notte tra il 21 e il 22 luglio scorso, Nadire avrebbe colpito Shefki Kurti con un’ascia mentre i due si trovavano in camera da letto. Dopodiché avrebbe trascinato il corpo senza vita in bagno, dove lo ha fatto a pezzi servendosi dell’ascia usata per ucciderlo e di tre coltelli, rinvenuti la scorsa settimana a Badia, nel canale Adigetto. Successivamente la donna avrebbe infilato i resti del corpo mutilato in alcuni sacchetti della spazzatura. Infine li avrebbe gettati nell’Adigetto. A confermare questa versione c’è l’ammissione della donna, durante un interrogatorio del pm Maria Giulia Rizzo lo scorso 18 agosto in ospedale. A corroborare la ricostruzione ci sono anche le intercettazioni telefoniche delle chiamate tra la donna e i due figli, del tutto estranei a quanto successo.

La donna, riferisce il Corriere del m Veneto, ha raccontato al magistrato di aver ucciso il marito perché la picchiava. «Ho ucciso mio marito perché mi picchiava, ogni giorno da diversi anni. Mi dava dei pugni, diceva che dovevo andare via di casa perché voleva venderla». Era convinta che la tradisse con una donna che, in qualche maniera, lo teneva in pugno «Lui aveva un’altra. L’ho sentito parlare con una albanese che voleva 90mila euro».

Il delitto sarebbe avvenuto al culmine di un litigio. Dopo il delitto e lo smembramento del cadavere, Nadir ha spiegato di aver inserito le parti del corpo «all’interno di sacchetti di nylon». E dopo di aver «messo i pezzi nel freezer che sta nel corridoio della mia abitazione e ho pulito tutta la casa».

Il ritrovamento del cadavere

Il Canale dell’Adigetto – Meteoweek

A denunciare la scomparsa di Shefti Kurti erano stati i familiari, che hanno formalizzato la denuncia il 24 luglio, il giorno in cui era stata segnalata una lite tra il 72enne e la moglie Nadire. Il suo cadavere era stato trovato, mutilato e infilato in diversi sacchetti dell’immondizia, tra il 28 e il 31 luglio nelle vicinanze del canale Adigetto d i Villanova del Ghebbo.

È qui, nella mattinata del 28 luglio, che alcuni tecnici addetti alla pulizia del canale avevano trovato una gamba umana. Poi lo stesso giorno, più a monte del canale, vengono ritrovati altri due sacchetti. Al loro interno ci sono la testa e il busto di uomo. Il terzo ritrovamento avviene quel pomeriggio stesso. Spuntano altri due sacchetti contenenti due braccia.  Infine, tre giorni dopo, il 31 luglio, viene ritrovata la gamba mancante. Il corpo viene attribuito al pensionato di origini albanesi da un segno particolare, vale a dire il tatuaggio sulla gamba, l’ultima ritrovata nel canale.

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