Girolamo, 31 anni, muore a lavoro schiacciato da colata di 20 tonnellate

Girolamo Tartaglione ha perso la vita sotto il peso di uno stampo da 20 tonnellate mentre era a lavoro a Pontevico, in provincia di Brescia. 

Ha perso la vita, schiacciato sotto il peso di uno stampo da 20 tonnellate. Girolamo Tartaglione aveva 31 anni e lavorava in una fonderia di Pontevico, nel bresciano.

Girolamo Tartaglione-meteoweek.com

Si tratta dell’ennesimo caso di morte sul lavoro, che ha fatto schizzare la Lombardia nella classifica delle regioni con il numero più alto di morti sul posto di lavoro. Girolamo era di Foggia, ma da tempo si era stabilito a Cremona. Aveva trovato lavoro a Pontevico (Brescia), dove purtroppo ha poi trovato anche la morte.

Il tragico incidente è occorso ieri, venerdì 2 settembre, ore 7:30, quando i colleghi dell’uomo hanno dato l’allerta per chiamare i soccorsi. L’Areu lombarda ha mandato in loco sanitari del 118 per soccorrere il 31enne.

I vigili del fuoco sono intervenuti nella fonderia e hanno estratto Girolamo dallo stampo sotto cui era finito e che lo aveva letteralmente schiacciato. I sanitari non hanno potuto fare nulla per salvargli la vita, se non confermare, invece, l’ufficialità del decesso.

Sul posto sono sopraggiunti anche i carabinieri, che si sono subiti attivati con tutti gli accertamenti del caso. Con l’aiuto dei tecnici dell’azienda che tutela la salute del posto, hanno eseguito i rilievi di prassi, per ricostruire cosa è accaduto e soprattutto, per accertarsi se tutte le norme di sicurezza siano state messe in atto regolarmente.

Per il momento, la procura non ha dato disposizioni per autopsia e il corpo verrà restituito ai familiari che potranno preparare le esequie.

La segretaria confederale Uil Milano e Lombardia, Eloisa Dacquino, ha commentato che si tratta di un decesso che lei stessa ha definito “atroce”.

Questa morte così dolorosa, va ad aggiungersi ad altre dipartite di uomini e donne che continuano a morire ogni giorno in Lombardia. «Ancora più atroce considerando che l’azienda non ha fermato la produzione, i camion in entrata e uscita sono stati fermati dopo alcune ore dall’accaduto. Neanche di fronte alla morte ci si ferma, la logica del profitto prevale sulla vita, su tutto! Non sono morti bianche o infortuni mortali, sono omicidi», ha chiosato Dacquino.

Impostazioni privacy