Un forte mal di testa, va in ospedale per tre volte ma le danno la tachipirina: era un tumore al cervello

Un forte mal di testa, va in ospedale per tre volte ma le danno la tachipirina: Alessandra Taddei muore per un tumore al cervello. Il racconto di suo marito: “Non si sarebbe salvata, ma non avrebbe dovuto soffrire così”.

Un tumore al cervello scambiato per un banale mal di testa. Se ne va a 54 anni Alessandra Taddei, docente di scuola media presso l’istituto Quasimodo di Verbania. La donna era molto amata dalla comunità, soprattutto per il suo impegno con i ragazzi. Suo marito è distrutto. Ha raccontato la sua storia a La Repubblica, spiegando di essere amareggiato per quanto è successo. E anche molto deluso.

Un forte mal di testa, va in ospedale per tre volte ma le danno la tachipirina era un tumore al cervello - meteoweek.com
Un forte mal di testa, va in ospedale per tre volte ma le danno la tachipirina: era un tumore al cervello (in foto Alessandra Taddei, via La Repubblica) – meteoweek.com

Puntando il dito contro i medici, che “agiscono con leggerezza”, l’uomo ha spiegato di essere “deluso da questa sanità”, che l’ha “umiliato oltre che non ascoltato”.

“Non si sarebbe salvata, ma non avrebbe dovuto soffrire così”

Non ha sporto denuncia per quanto successo. Il marito di Alessandra Taddei sapeva infatti che la moglie “non si sarebbe salvata”. Ciò non toglie che vorrebbe ricevere dai medici “risposte immediate ai nostri dubbi”. L’uomo racconta che sua moglie aveva un fortissimo mal di testa. Un mal di testa che veniva descritto dalla donna come una “tenaglia” che le premeva le tempie. “Siamo andati tre volte in pronto soccorso al Dea di Verbania. La terza volta ho chiamato anche i carabinieri, a quel punto dovevano pensare che o ero fuori di testa o disperato. Io ero disperato, quantomeno la terza volta avrebbero dovuto approfondire con esami più specifici. Mia moglie aveva un grosso tumore al cervello ed è stata mandata a casa con diagnosi di cefalea e paracetamolo“, ha spiegato ai giornalisti Francesco Costa.

Un incubo, quello dell’insegnante, che è iniziato lo scorso anno, il 13 settembre 2021. “Mia moglie ha sempre sofferto di mal di testa, quella sera aveva dolori forti. Quella notte alle 3,07 andammo in pronto soccorso. Fu dimessa alle 4,44. Anamnesi: cefalea senz’aura, presente da anni e acutizzatasi questa notte. Prescrissero delle gocce e paracetamolo. La visita neurologica diceva che era lucida e orientata”, ha raccontato l’uomo.

Ma il dolore alla testa non passava. Il giorno dopo è stato necessario chiamare un’ambulanza, con la quale la moglie è stata portata in ospedale. “Alessandra fu dimessa alle 19,06 con anamnesi ‘crisi cefalgica in paziente affetta da emicrania’. E aggiunsero paracetamolo 1000 al bisogno”. L’ennesimo nulla di fatto. E di nuovo, la terza visita al pronto soccorso, perché la donna il 21 settembre stava ancora male. “Mia moglie non si reggeva in piedi, alle 14,38 eravamo in pronto soccorso”, ha incalzato Francesco, spiegando che fu in quell’occasione che pretese degli esami approfonditi. Chiamò persino i carabinieri di Intra per farsi ascoltare. Di nuovo mandata a casa, la donna è stata portata al San Raffaele di Milano il 22 settembre. “È entrata in codice arancione, alle 13. Le hanno fatto esami e Tac, alle 18 il medico mi ha spiegato che avevano trovato una massa voluminosa che premeva contro il cervello. Era il tumore“, ha spiegato il marito della donna.

La 54enne ha lottato fino al 20 agosto scorso contro il male. Un’operazione, diverse radioterapie: fino a che, purtroppo, non ha perso la battaglia. Il racconto di suo marito allora vuole essere da monito, un appello sia per i medici “che non agiscano più con leggerezza” , sia per chi sta affrontando una simile situazione. “Mi chiedo perché nessuno, vedendo che era un caso sospetto, non abbia mandato mia moglie a Domodossola o Novara dove c’è la neurologia. So che mia moglie non si sarebbe salvata ma almeno non avrebbe sofferto quei giorni in più finché siamo dovuti andare in Lombardia”, ha infatti concluso l’uomo.

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