Mediterraneo: sei migranti muoiono di fame e di sete in mare, tra loro due bambini

Mentre le forze politiche, prese dalla campagna elettorale, si accapigliano sul tema delle migrazioni la gente continua a morire in mare.

L’altro ieri un altro gruppo di rifugiati è sbarcato sulle coste della Sicilia. Erano allo stremo delle forze e durante la traversata sei di loro sono morti.

Migranti in mare (immagine di repertorio) – Meteoweek

Sono 26 i migranti arrivati ieri mattina a Pozzallo. Sono giunti nel porto siciliano a bordo della nave della Guardia costiera, dopo il trasferimento dalla nave da carico Arizona. Erano partiti 15 giorni fa dalla Turchia, sono arrivati alla fine del viaggio stremati e disidratati. L’unica cosa che sono riuscii a raccontare è che lungo la traversata in mare sei di loro sono morti. Tra quelli che non ce l’hanno fatta anche un neonato e un bimbo di due anni.

I sei che hanno perso la vita, originari della Siria, sono morti “di fame e di sete”, ha spiegato l’Unhcr. L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati è ancora al centro delle polemiche dopo le dichiarazioni di Vincent Cochetel, inviato dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale. Il funzionario in un tweet aveva proposto di perseguire simbolicamente i genitori per aver messo a rischio i loro figlispingendoli a intraprendere “viaggi pericolosi” nel Mediterraneo per raggiungere l’Europa.

“Questa inaccettabile perdita di vite umane e il fatto che il gruppo abbia trascorso diversi giorni alla deriva prima di essere soccorso evidenziano ancora una volta l’urgente necessità di ripristinare un meccanismo di ricerca e soccorso tempestivo ed efficiente, guidato dagli stati nel Mediterraneo”. Queste le parole di Chiara Cardoletti, rappresentante Unhcr in Italia, Santa Sede e San Marino. “Il soccorso in mare – ha spiegato Cardoletti – è un imperativo umanitario saldamente radicato nel diritto internazionale. Allo stesso tempo, è necessario fare di più per ampliare i canali sicuri e regolari e crearne di nuovi per fare in modo che le persone in fuga da guerre e persecuzioni possano trovare sicurezza senza mettere ulteriormente a rischio le loro vite”.

Scorte di cibo e acqua esaurite in una settimana

La piccola imbarcazione era salpata verso la fine di agosto. Ma dopo pochi giorni, quattro o cinque, il cibo a bordo era già finito. Qualche altro giorno ancora e sono terminate anche le scorte d’acqua, costringendo i migranti a bere l’acqua del mare. A poco sono servite le casse d’acqua lanciate in acqua da uno dei diversi natanti incrociati durante la traversata. I migranti non sono riusciti a prenderle.

Una famiglia siriana ha visto morire entrambi i figli. Hanno perso la vita anche un ragazzino di 12 anni, la nonna di un bambino, la mamma di un altro bimbo e un uomo adulto. I superstiti sono stati poi tratti in salvo dalla nave Arizona, partita dalle coste della Turchia e diretta a Malta. Infine è arrivato il trasbordo sulla unità della Guardia costiera Cp 325 che ha accompagnato a Pozzallo i migranti, poi accolti all’hot spot.

Nel porto siciliano sono giunti in pessime condizioni: ustionati dal sole, disidratati, debolissimi e con la pelle desquamata (per l’esposizione eccessiva al vento, al sole e al mare).

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