Usa a rischio paralisi per lo sciopero dei treni: Biden corre ai ripari

L’amministrazione di Joe Biden pensa a un intervento diretto per evitare uno stop dei trasporti che porterebbe molti disagi e danneggerebbe l’economia.

Il timore è che il blocco delle ferrovia possa fare impennare ancora l’inflazione. A fare da sfondo, poi, c’è il voto di Midterm.

C’è preoccupazione negli Stati Uniti per lo sciopero dei treni di domani. Un blocco delle ferrovie rischia di paralizzare il traffico di merci e passeggeri, gettando ulteriore benzina sul fuoco della spirale inflazionistica.

Al vaglio dell’amministrazione Biden un’azione esecutiva per scongiurare uno stop dannoso l’economia in vista delle elezioni di Midterm. Per evitare lo sciopero ormai imminente Marty Walsh, segretario al Lavoro Usa, ha organizzato a Washington un incontro con i funzionari delle ferrovie merci e dei sindacati. Le trattative tra le parti si concentrano su ferie e malattia, coi dipendenti che lamentano della carenza di personale che a volte li costringe a lavorare a lungo.

L’amministrazione Biden ha reso noto di aver previsto dei piani di emergenza per assicurare la consegna di merci critiche in caso di blocco del sistema ferroviario statunitense. Al tempo stesso sta pressando ferrovie e sindacati perché raggiungano un accordo che eviti un’interruzione del lavoro che si ripercuoterebbe sul servizio merci e passeggeri.

I tempi sono stretti: le ferrovie – tra le quali Union Pacific, Berkshire Hathaway’s Bnsf, Csx e Norfolk Southern – hanno tempo fino alla mezzanotte e un minuto del 15 settembre per arrivare a un accordo provvisorio con tre sindacati che rappresentano circa 60 mila lavoratori del comparto ferroviario. C’è però la possibilità che ferrovie e i sindacati concordino anche di rimanere al tavolo delle trattative. In alternativa il Congresso degli Stati Uniti, a guida democratica, potrebbe intervenire per estendere le trattative o per stabilire direttamente i termini dell’accordo.

“Big business” in pressing sul Congresso

In forte pressing sul Congresso ci sono i gruppi del Big business nel campo alimentare, energetico, automobilistico e della vendita al dettaglio. Chiedono a gran voce un intervento del Congresso. Il blocco delle ferrovie, affermano, potrebbe mettere a rischio ogni attività, dalle spedizioni globali di grano a quelle delle merci relative allo shopping natalizio.

In un comunicato, l’Associazione dei raffinatori di mais e l’Associazione nazionale dei coltivatori di mais ha dichiarato che un blocco del lavoro “paralizzerebbe la produzione agricola e le catene di approvvigionamento degli Stati Uniti e aggraverebbe l’inflazione dei prezzi dei prodotti alimentari”.

Su ferrovia viaggia il 24% delle spedizioni di cereali in Usa, circa la metà delle quali (691.000 carichi di auto) è rappresentata da mais. Già da lunedì le ferrovie statunitensi non accettano più le spedizioni di materiali pericolosi (come il cloro e le sostanze chimiche impiegate nei fertilizzanti). Questo per evitare che i carichi pericolosi rimangano bloccati in luoghi non sicuri in caso di blocco dei trasporti su ferrovia.

Anche il settore energetico americano usa le ferrovie per movimentare carbone, petrolio greggio, etanolo e altri prodotti.

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