Non trova dipendenti: imprenditore costretto a rifiutare commesse

Imprenditore costretto a rifiutare le commesse perché non riesce a trovare dipendenti. «Dopo una settimana si mettono in malattia per tre».

Elia Stevanato, 38 anni, titolare dell’omonima azienda che conta oltre 60 dipendenti e lavora in tutta Italia nel campo dei giunti che vengono installati sui ponti e sulle autostrade, parla a cuore aperto della situazione allarmante, che molti imprenditori italiani stanno vivendo al momento.

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L’uomo si mostra davvero sconfortato: «Sono costretto a rifiutare commesse di lavoro per mancanza di personale che nonostante venga pagato in maniera ottimale preferisce percepire il reddito di cittadinanza». Quella di Elia è un’azienda familiare che stata avviata nel 1979 dal papà Maurizio. L’impresa era stata avviata con soli sei dipendenti, inizialmente, ed era specializzata nel taglio muri. Nel 2010, l’azienda viene presa in consegna da Elia, che porta grande innovazione al suo interno, specializzandosi nelle iniezioni di resina per le infiltrazioni d’acqua. Nel 2017 ancora un’altra svolta nell’azienda, con l’assunzione di manodopera specializzata per la realizzazione e installazione dei giunti.

L’azienda di Elia è presente al Mose di Venezia con cantieri per le iniezioni di resina per le infiltrazioni e in tantissimi altri cantieri di una certa portata. Alcuni esempi? A Chioggia sia per i carotaggi, che per gli alloggiamenti nuovi dei parabordi per le navi. In Sicilia con l’autostrada Siracusa-Gela, l’alta velocità Palermo-Catania, diverse autostrade, la metropolitana di Napoli, l’ecocentro di Bari, le gallerie di Lecco. Insomma un’azienda che opera in grandi cantieri e che certamente necessita di un numero considerevole di dipendenti.

«Succedono dei casi che hanno dell’incredibile con dipendenti che dopo una settimana di lavoro dall’assunzione si mettono in malattia per tre settimane dicendo candidamente che hanno bisogno di quel periodo per l’esame della patente oppure a quanti mandi la visita fiscale ecco che trovano il medico di famiglia che subito giustifica l’assenza del lavoratore con la presenza nel suo ambulatorio».

Con queste parole l’imprenditore Elia Stevanato esprime tutta la sua preoccupazione per una generazione di giovani, che sembra far troppa fede sul reddito di cittadinanza, perdendo i valori del lavoro e del sacrificio.

«La mia azienda è come una famiglia e, se qualcuno dei miei dipendenti ha bisogno di un credito, anziché andare a chiederli alla banca viene da me e la cosa trova soluzione, purtroppo manca la voglia e l’umiltà d’imparare».

Un quadro di un’Italia in cui le aziende faticano sempre più a trovare dipendenti, che siano poi disposti a rimanere a lungo termine nella realtà lavorativa in cui vengono assunti.

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