Stop mascherine su mezzi di trasporto e in ospedale. Gli esperti si dividono

Il 30 settembre scade il termine per le regole sulle mascherine, potremo tornare a farne a meno ma rimangono consigliate. Ecco cosa ne pensano gli esperti. 

Si allentano ulteriormente le restrizioni circa il contagio da Covid-19, dal 1 ottobre in Italia non ci sarà più l’obbligo di indossare la mascherina su autobus, treni, metro, negli ospedali, ambulatori medici e Rsa. Da quanto si apprende dal sito del ministero della Salute le indicazioni sono solo di suggerimento a indossare i dispositivi di sicurezza, ma rimane alta l’attenzione e la possibilità di modificare le norme in caso di crescita dei casi.

RISCHIO DI CIRCOLAZIONE DEL VIRUS

I virologi sono divisi su questa scelta. Walter Ricciardi, docente di Igiene all’Università Cattolica afferma: “Se aboliamo l’uso delle mascherine con un germe oggi così contagioso, ogni persona ne infetta 19 circa, gli lasciamo via libera, soprattutto negli ambienti ospedalieri dove le persone vanno per essere curate e correrebbero il rischio di infettarsi, per non parlare dei rischi degli operatori sanitari. Mi auguro che ci sia una proroga per l’obbligo in questi ambienti – continua Ricciardi – perché altrimenti l’attuale dinamica di risalita dei contagi, innescata dalla ripartenza delle scuole, diventerà ancora più rapida. Già ci saranno problemi, tra qualche settimana, per l’innalzarsi della curva pandemica in corso». Un esempio dei rischi è rappresentato dall’esperienza britannica“.

Nel Regno Unito, dove sono state abolite tutte le precauzioni – dice il docente -, oggi hanno 200mila operatori sanitari con il Long Covid e tra i 2 e i 3 milioni di cittadini con strascichi dell’infezione. Il virus, quindi, va contrastato e l’uso delle mascherine in luoghi chiusi e affollati è uno degli strumenti per farlo. Naturalmente il mezzo principale di contrasto resta la vaccinazione e anche su questo siamo in ritardo. Se non ripristiniamo una strategia di lotta attiva che in qualche modo anticipa il virus, è chiaro che ci esponiamo a problemi, soprattutto tra ottobre e novembre”.

“BENE, MA OCCHIO AI RICHIAMI”

Di parere del tutto opposto Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università Statale e direttore sanitario dell’Ospedale Galeazzi di Milano. “Ce lo siamo guadagnato. Siamo in una fase in cui in qualche modo si possono valutare e graduare le prescrizioni. Lo vedo anche sul treno, la gente è ormai stufa delle mascherine. Ce lo siamo guadagnati avendo una buona quota di vaccinati. Ma l’appello per i fragili è sempre attuale, devono fare i richiami” afferma Pregliasco. Ma l’esperto avverte che “dobbiamo essere pronti, e prepararci a pianificare nuovi scenari. E’ giusto graduare le misure a seconda dell’intensità di diffusione del Covid. Speriamo sia solo un’onda di risalita e non una nuova ondata”, conclude.

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