Il Premio Nobel per la Pace a Ales Bialiatsky, attivista bielorusso dei diritti

Dissidente bielorusso e attivista per i diritti umani, è in prigione per avere manifestato contro il regime di Lukashenko. Ha ricevuto una condanna ritenuta ingiusta dalla comunità internazionale e ancora oggi si trova in carcere. 

Verrà insignito del Premio Nobel per la Pace 2022 ma con tutta probabilità non potrà andare a ritirarlo. Ales Bialiatsky è infatti detenuto dal 4 agosto 2011 con l’accusa di evasione fiscale in Bielorussia, una condanna che è in realtà politica e mira a tenerlo lontano dalle piazze e dalla vita attiva.

CHI E’ BIALIATSKY

Nato il 25 settembre 1962 e laureato in storia e filologia, è sposato dal 1987 con Natallia Pinchuk conosciuta ai tempi dell’università alla Francishak Skaryna Gomel State University. La coppia ha un figlio. Da sempre attivista e difensore dei diritti umani, dal 1980 al 1991 è stato fautore di diverse proteste anti-sovietiche in Bielorussia ed è tra i fondatori del gruppo di attivisti Fronte popolare bielorusso. Nel 1996 ha fondato a Minsk il Centro per i diritti umani Viasna, che ha come obbiettivo il fornire assistenza legale ed economica i prigionieri politici e i loro cari. Da allora è stato arrestato 25 volte.

Nel 2011 viene nuovamente imprigionato e subisce la confisca di tutti i suoi beni materiali, successivamente viene condannato a 4 anni e mezzo di carcere per “occultamento di reddito su larga scala“. Diversi personaggi e fondazioni si sono mosse per chiedere la liberazione di Bialiatsky ritenendo la condanna assolutamente ingiusta e priva di prove, tra queste anche Amnesty International e le Nazioni Unite, che considerano manipolato il processo e corrotti i tribunali bielorussi.

Nel 2014 è stato scarcerato dopo 1.052 di prigionia a causa della sue condizioni di salute molto precarie. Bialiatsky è stato infatti tenuto in regime di isolamento e al buio per moltissimo tempo. Nel 2020 è stato nuovamente arrestato dopo aver partecipato alle proteste di piazza dell’opposizione al regime, animate dall’accusa di elezioni truccate da parte del presidente Lukashenko, e nuovamente imprigionato al buio. Soltanto nell’ultimo mese, fa sapere Viasna, 387 oppositori e manifestanti sono stati arrestati in Bielorussia.

LE MOTIVAZIONI DEL PREMIO

Per il comitato del Premio Nobel l’assegnazione del riconoscimento per la Pace è dovuto a queste motivazioni: “Per aver dedicato la sua vita alla promozione della democrazia e allo sviluppo pacifico della sua nazione natia. I vincitori del Premio per la pace rappresentano la società civile nei loro paesi d’origine. Da molti anni promuovono il diritto di criticare il potere e tutelare i diritti fondamentali dei cittadini. Hanno compiuto uno sforzo eccezionale per documentare i crimini di guerra, le violazioni dei diritti umani e l’abuso di potere. Insieme dimostrano l’importanza della società civile per la pace e la democrazia”. A proposito del premio moglie ha dichiarato: “Sono sommersa dall’emozione. Esprimo la mia profonda gratitudine al Comitato del Nobel e alla comunità internazionale per il riconoscimento al lavoro di Ales, dei suoi colleghi e della sua organizzazione“.

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