Putin fa 70 anni, ma la sua leadership in Russia (per ora) è ancora ben salda

Alla vigilia del compleanno del presidente Vladimir Putin due esperti di cose russe parlano del grande consenso di cui ancora gode in Russia.

La fiducia nel leader del Cremlino è ancora molto alta, ma le sorti della guerra in Ucraina potrebbero cambiare le cose.

Domani Vladimir Putin compie 70 anni, nel pieno del sanguinoso conflitto in Ucraina e di una grave crisi internazionale. L’AGI è tornata a intervistare Aleksandr Baunov, analista del Carnegie Center di Mosca. Malgrado le critiche a Putin che cominciano a giungere dalle correnti nazionaliste per gli insuccessi della guerra in Ucraina, il culto della personalità del leader russo – il più longevo dai tempi di Stalin – pare ancora ben saldo.

Putin, spiega Baunov, non è mai stato oggetto di un culto della personalità in senso classico, sul genere del “Big Brother” orwelliano. Per strada non si vedono le sue gigantografie, anche se recentemente sono apparsi “elementi nuovi” che potrebbero spingere in tal senso. Come ad esempio i cartelloni per le strade di Mosca con le citazioni del discorso di Putin per le annessioni dei territori ucraini.

Così il Cremlino, pur prendendo le distanze da iniziative che esaltano il “machismo” del capo (come i calendari di Putin o torso nudo o a cavallo), di fatto non le mai ostacolate. Per non parlare dell’attenzione costante alla persona del leader (i documentari televisivi sulla vita professionale e le abitudini giornaliere di Putin), a cominciare dalla sua salute e dal suo servizio instancabile per la Russia.

La forza dell’immagine di Putin

Il consenso in Russia per Putin è calato ma è ancora a livelli molto alti (77%). La caratteristica del culto della personalità di Putin, spiega Baunov, non è tanto l’immagine onnipresente della figura del leader, quanto l’alta fiducia in tutto quello che fa, sia pur esso contraddittorio“. La gente sembra accettare senza problema sia la retorica dei Mondiali di calcio del 2018, che enfatizzava l’integrazione della Russia col mondo, sia quella opposta e anti-occidentale di adesso.

Questo atteggiamento della popolazione russa non sta diminuendo, anzi. E con l’aumentare dell’isolamento e della promozione del patriottismo potrebbe anche crescere il culto della personalità in senso classico, sostiene Baunov.

Le critiche degli ultranazionalisti sulla gestione della guerra in Ucraina non toccano Putin e la sua immagine di leader meritevole della piena fiducia. Per adesso si sfogano solo su figure di secondo piano come i vertici della Difesa e delle Forze armate (il ministro Serghei Shoigu in testa).

Ma le sorti della guerra potrebbero cambiare tutto

Ma l’andamento della guerra in Ucraina potrebbe cambiare le cose, sottolinea il giornalista Leonid Bershidsky, editorialista di Bloomberg, e quelli che adesso sono i più stretti sostenitori potrebbero rivoltarglisi contro. Bershidsky non pensa a un colpo di stato militare (in Russia i colpi di stato non hanno mai avuto successo fin dall’epoca degli zar). Ma certo le operazioni belliche in Ucraina danno una sensazione di estrema disorganizzazione che “non favorisce un’azione vittoriosa e mina il controllo di Putin non solo sul campo di battaglia, ma anche sullo spazio della propaganda”, sottolinea Bershidsky. Così come il “fronte russo sembra essere vicino al collasso sia a Est che a nel Sud dell’Ucraina”.

Potrebbero così emergere figure di leader al comando delle forze armate, non disposti ad accettare la sconfitta. È presto per dire se ciò possa significare il tramonto della leadership di Putin. Ma quel che appare chiaro, conclude Bershidsky, è che “si sono poste le condizioni per la prima sfida veramente seria al suo potere”.

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