Processo Ruby, la difesa di Berlusconi: “Cav vittima di un ricatto”

“Volevano ricattare Berlusconi, il Cav è parte offesa” è quanto sostengono i legali dell’ex-presidente del Consiglio durante l’ultima udienza per il processo che lo vede coinvolto nello scandalo delle Olgettine. 

Prosegue il processo Ruby Ter che vede Silvio Berlusconi imputato per atti processuali insieme ad altre 28 persone, tra cui le cosiddette Olgettine. Questa mattina i legali del leader di Forza Italia hanno chiesto l’assoluzione per il Cavaliere in quanto l’ordinanza emessa in precedenza ha “cancellato” alcune chat dal processo nelle quali si evince, secondo i suoi legali, che Berlusconi sia in realtà vittima delle ragazze. L’ex-premier rischia sei anni di detenzione e 10 milioni di euro di confisca, condanna che eventualmente lo farebbe anche decadere nuovamente da senatore a causa della legge Severino.

Il riferimento è agli screenshot delle chat delle giovani che hanno partecipato alle serate nella casa di Arcore, nella quale le donne parlavano di chiedere del denaro a Berlusconi. Per il legale queste sono dei veri e propri ricatti ai danni dell’ex-presidente del Consiglio, il quale che imputato dovrebbe essere “parte offesa”.

BERLUSCONI VITTIMA DI RICATTO?

Non ci sono prove di accordi corruttivi tra il Cavaliere e le ragazze, per soldi in cambio del silenzio, e che anzi dagli atti delle indagini sul Ruby ter emergono divagazioni che potrebbero, invece, far pensare a presunti tentativi estorsivi” nei confronti dell’ex premier, dice durante la sua arringa uno degli avvocati difensori, Federico Cecconi. Il riferimento è Barbara Guerra, le gemelle De Vivo e Marysthell Polanco, tra le invitate alle serate.

Non si è mai voluto fare oggetto di accertamento” e “non vi è stata una non condivisibile in termine etici e probabilmente rilevante in termini penalistici forma di approfittamento nei confronti di Berlusconi” ha continuato l’avvocato. “Noi non siamo certo privi di argomentazioni forti sul punto della estraneità all’imputazione del dottor Berlusconi” afferma l’avvocato.

DA TESTIMONI A PROCESSATE

Per il legale l’ordinanza del collegio presieduto da Marco Tremolada che nel corso del processo ha in sostanza depennato le dichiarazioni delle donne dagli atti  del processo “dice in modo insuperabile che tutte le odierne coimputate di Berlusconi almeno dalla primavera del 2012 andavano già indagate per presunta corruzione e quindi dovevano essere sentite nei processi come testi con l’assistenza di avvocati. E se ora vengono meno le presunte false testimonianze, secondo la difesa, viene meno anche l’imputazione di corruzione. Con questa ordinanza non solo viene meno la falsa testimonianza, ma anche la corruzione in atti giudiziari” ha detto il legale. In base a quella decisione, le ragazze andavano inserite come testimoni ma in qualità di indagate di un processo connesso.

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