Roma, il centro storico affoga nel degrado tra sporcizia, ratti e cinghiali

Roma boccheggia tra i rifiuti, quasi rassegnata a un inevitabile destino che sembra una costante del paesaggio urbano della Capitale.

Un’emergenza che va avanti senza interruzione da quasi dieci anni. E malgrado l’avvicendarsi delle amministrazioni capitoline la situazione non sembra migliorare, anzi il degrado appare in netto aumento.

A Roma è sempre più emergenza rifiuti. Anche in centro storico la spazzatura è onnipresente. Bruttissimo biglietto da visita per una capitale tornata a essere affollata di turisti dopo la pandemia. Girare per le vie del centro equivale a fare un autentico viaggio in mezzo all’immondizia, tra bottiglie di birra rotte, scatoloni di carta accatastati, contenitori di alluminio gettati a terra con cibo ancora all’interno (che attirano ogni specie animale).

I residenti in zona confidando all’AGI di non vedere grandi differenze tra l’attuale amministrazione comunale, guidata da Roberto Gualtieri, e quella precedente di Virginia Raggi. C’è anzi chi parla di un “netto peggioramento”. Anche a poca distanza dal quartiere Parioli le scene sono sempre le stesse: buste coi rifiuti posizionate fuori dai cassonetti, scatoloni e carte per terra, sacchi per l’immondizia adagiati perfino sulle panchine. Con mosche e vespe a volare vicino ai bidoni. Scene di un degrado urbano ovunque tangibile.

Per l’Ama – la municipalizzata dei rifiuti – la responsabilità per l’immondizia per strada è da attribuire a quei ristoranti e bar che dovrebbero esporre all’esterno i loro rifiuti secondo l’orario stabilito per la raccolta. Ma siccome lo fanno in ritardo finiscono per gettarli nei normali cassonetti. Andando così ad occupare coi loro rifiuti lo spazio teoricamente riservato solo ai residenti.

Un disastro che dura da quasi 10 anni

Un altro problema segnalato da chi si occupa di raccogliere i rifiuti è quello dell’alto numero di persone che vivono in provincia e vengono a Roma solo per lavorare. Il problema è che il numero dei cassonetti è parametrato su quello dei residenti a Rona. Ma la realtà quotidiana della Capitale è fatta da migliaia di persone che vengono da fuori. Creando ovviamente più rifiuti da smaltire rispetto ai posti dove è possibile gettarli via.

C’è anche da dire però che l’emergenza rifiuti a Roma si prolunga dal 2013. Con la chiusura della grande discarica di Malagrotta Roma è rimasta senza impianti e con un sistema di smaltimento rifiuti inefficiente, quasi totalmente in mano privata per la gestione (trattamento e smaltimento). Risultato: l’impennata dei costi, col Campidoglio costretto ogni anno a sborsare 200 milioni di euro per mandare l’immondizia in altre regioni (soprattutto al nord) o all’estero (Germania, Olanda, Portogallo).

A farne le spese sono prima di tutto i romani. Chi vive a Roma paga per l’immondizia più di Milano e Bologna (nel 2021 ogni famiglia romana ha speso 394 euro per la tassa di rifiuti contro i 325 di Milano e i 286 di Bologna). Per trovarsi circondati da topi e cinghiali, che si spostano a famiglie intere anche nelle zone centrali della città. E si fanno sempre più aggressivi nei confronti dei residenti.

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