Senza reddito di cittadinanza oltre un milione di famiglie povere in più, lo dice l’Istat

Nei due anni più duri della pandemia il reddito di cittadinanza ha evitato a più 1,3 milioni di famiglie di scendere sotto la soglia di povertà.

Lo documenta l’Istat nel suo ultimo report, mentre da tempo le forze politiche parlando di abolire o rivedere la misura.

La nuova maggioranza che si appresta a formare il prossimo governo, Meloni in testa, non ama il reddito di cittadinanza. La leader di FdI non ha mai nascosto di voler abolire la misura cavallo di battaglia del M5S.

Qualche spunto per ripensare questa posizione potrebbe arrivare dall’ultima indagine dell’Istat. Nel suo ultimo report sui redditi delle famiglie nel biennio 2020-2021, l’Istat sottolinea il “ruolo chiave” del reddito di cittadinanza per evitare di cadere in una condizione di povertà. Nel 2019 già 970 mila famiglie avevano beneficiato del sussidio, con un importo mediamente superiore ai 3.980 euro all’anno. C

Con lo scoppio della pandemia, spiega l’Istat, il reddito di cittadinanza ha salvato dalla povertà un numero ancora maggiore di famiglie. L’Istituto di ricerca stima che nel 2020 il reddito di cittadinanza abbia aiutato oltre 1,3 milioni di famiglie (il 5,3%), con un beneficio annuale di 5.216 euro a testa. Il beneficio ha inciso in una misura media pari al 29% del reddito familiare totale. Il che significa che quasi un terzo del reddito familiare, nell’anno più duro della pandemia, è stato garantito dal reddito di cittadinanza.

A beneficiare di questa politica di sussidi è stato soprattutto il Mezzogiorno, dove il 10,7% delle famiglie ha ricevuto almeno una mensilità del reddito di cittadinanza. Una percentuale nettamente maggiore rispetto al Nord-est (1,7%), al Nord-ovest (2,9%) e al Centro (3,6%).

Bonus e integrazioni salariali: le altre misure anti povertà

Stando a quanto emerge dal report Istat, anche il ricorso alle integrazioni salariali ha permesso a diversi lavoratori di non scendere sotto la soglia di povertà. Anche il blocco dei licenziamenti ha molto aiutato in tal senso. L’Istat stima che nel 2020 le integrazioni al salario dei dipendenti abbiano riguardato più di 6 milioni di lavoratori durante la pandemia di Covid-19, con il 97,4% di tutti i titolari di integrazioni interessati dalla causale Covid-19. Mediamente ciascun beneficiario ha avuto 1.495 euro di trasferimenti netti. In più, 4,3 milioni di persone hanno ricevuto il bonus di 600 o 1000 euro emesso dallo Stato italiano nel 2020. Si tratta di 1.451 euro a persona, a fronte di un trasferimento netto pari a 6,2 miliardi di euro. In cima agli aiuti più richiesti, quello per i lavoratori autonomi autonomi (54%) e i co.co.co (34,9%). Solo il 4,8% dei lavoratori dipendenti invece ne ha fatto domanda.

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