Meloni a gamba tesa contro il reddito di cittadinanza: cosa ha in mente la leader di FdI

Ospitata da Bruno Vespa a Porta a Porta, Giorgia Meloni ha bocciato nuovamente il reddito di cittadinanza.

Ecco cosa potrebbe accadere alla misura fortemente voluta dal M5S nel caso in cui il centrodestra trionfasse alle prossime elezioni del 25 settembre.

Potrebbe non esserci futuro per il reddito di cittadinanza. Giorgia Meloni, ospitata da Porta a Porta, non ha fatto mistero di voler abolire il cavallo di battaglia dei Cinque Stelle nel primo governo Conte. Sono per l’abolizione del reddito di cittadinanza – ha detto la leader di Fratelli d’Italia da Vespa – Lo dico chiaramente, serve assistenza per chi non può lavorare, per chi può ci sono i centri per l’impiego”.

Parole nette, con le quali Giorgia Meloni – il cui partito svetta nei sondaggi che vedono il centrodestra saldamente in testa nella corsa al voto – ha ribadito la linea della coalizione sul reddito di cittadinanza. D’altro canto si legge chiaro e tondo nel programma elettorale del centrodestra: “Sostituzione dell’attuale reddito di cittadinanza con misure più efficaci di inclusione sociale e di politiche attive di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro”. E la stessa Meloni in passato aveva definito “metadone di stato” il reddito di cittadinanza.

Gli ultimi sondaggi danno il centrodestra avanti di 18 punti alle elezioni sulla coalizione rivale del centrosinistra. Un vantaggio che permetterebbe al trio Meloni-Salvini-Berlusconi di aggiudicarsi due terzi dei seggi parlamentari. Una soglia che consentirebbe anche modifiche costituzionali senza bisogno del referendum confermativo. Sempre secondo il sondaggio, il partito di Giorgia Meloni è la forza politica che riscuote più consensi tra gli italiani (oltre il 24%) e la presidente di FdI accarezza seriamente la possibilità di essere la prima premier donna del nostro Paese.

Addio al reddito di cittadinanza?

Insomma, il reddito di cittadinanza potrebbe avere davvero se non i giorni, i mesi contati col centrodestra al governo e Meloni a Palazzo Chigi. Tanto più che su questo punto in Parlamento potrebbe anche trovare la sponda del Terzo Polo formato da Azione (Calenda) e Italia Viva (Renzi).

Cosa sarebbe allora del reddito di cittadinanza? Molto probabilmente l’assegno rimarrebbe solo per chi è inabile al lavoro, mentre per i pensionati che ricevono l’integrazione il centrodestra ha promesso di aumentare le pensioni minime e di invalidità.

Per tutti gli altri, invece, il centrodestra punta a politiche di inserimento nel mondo del lavoro, riqualificando i centri per l’impiego e mettendo in campo anche il “fondo sociale europeo per formare le persone” come da sempre dichiarato da Giorgia Meloni.

Certo non sarà impresa facile per il prossimo esecutivo levare il reddito di cittadinanza ai 2,5 milioni di percettori. Anche se abolire il sostegno farebbe risparmiare notevolmente le casse dello Stato. Vantaggio – o tentazione – non da poco in tempi agitati come questi.

Impostazioni privacy