Cambiamento climatico, 125 milioni di bambini vulnerabili agli eventi estremi

Cambiamento climatico, 125 milioni di bambini vulnerabili agli eventi estremi. Un recente rapporto ha registrato mezzo milione di morti premature in Europa solo nell’anno 2019. 

Il cambiamento climatico provoca pericolosi effetti non soltanto al nostro pianeta, quando anche inevitabilmente alle stesse popolazioni che lo abitano. E, secondo quanto emerso dagli ultimi studi, pare che a soffrire maggiormente degli eventi estremi provocati da un simile fenomeno sono soprattutto i bambini.

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Sarebbero proprio loro, infatti, i più vulnerabili agli impatti del cambiamento climatico, sia fisicamente sia psicologicamente, rispetto alla fascia di popolazione adulta. A renderlo noto l’Indice di rischio climatico per i bambini (CCRI) dell’Unicef, che parla di quasi 125 milioni di minori europei che vivono in condizioni a rischio.

Cambiamento climatico, nel 2019 mezzo milione di morti premature in Europa

Secondo quanto viene riportato dal rapporto dell’Unicef e da quello sullo stato del clima in Europa (firmato dal Copernicus Climate Change Service), nel continente europeo ben 125 milioni di bambini vivono in Paesi a rischio “medio-alto” (ovvero il terzo dei cinque livelli di classificazione usati a livello globale).

Come sottolineano gli esperti, la salute di tutti i cittadini è infatti influenzata dal cambiamento climatico, dai relativi eventi estremi sempre più frequenti. E non si parla soltanto di ondate di calore anomale, o di inondazioni improvvise e catastrofiche, quanto anche dell’aumento di zoonosi, ovvero delle malattie trasmesse da vettori quali cibo e acqua, oltre che di problemi di salute mentale. Effetti, questi, che stanno diventando sempre più letali e che colpiscono principalmente le aree meridionali e occidentali dell’Europa.

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“La combinazione di cambiamenti climatici, urbanizzazione e invecchiamento della popolazione nella regione crea, e aggraverà ulteriormente, la vulnerabilità al caldo. Le alterazioni nella produzione e distribuzione di polline e spore indotte dai cambiamenti climatici potrebbero far registrare aumenti dei disturbi allergici”, riporta infatti il rapporto.

E se da un lato oltre il 24% degli adulti che vivono nella suddetta area europea soffre di varie allergie (e asma grave), la percentuale dei bambini che soffrono di questi stessi sintomi sta aumentando pericolosamente: si parla infatti del 30-40%. E ancora, da non trascurare è anche l’inquinamento dell’aria, “causato da particelle fini, di cui una parte importante direttamente derivata dalla combustione di carburanti fossili”. Un fenomeno, questo, che sta provocando sempre più morti premature nella regione europea (nel 2019 ne sono state registrate mezzo milione).

Alla luce di ciò, il rapporto stima che “circa 138.000 morti premature all’anno potrebbero essere evitate grazie alla riduzione delle emissioni di carbonio, con un risparmio potenziale di 244-564 miliardi di dollari”.

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