Il presidente della Polonia: “Non ci sono prove che indichino un attacco”

Duda ammette che quello accaduto in Polonia potrebbe essere un incidente dovuto alla vicina guerra in Ucraina e non un attacco esplicito contro il Paese da parte di Putin. Rimane alta l’attenzione, i leader occidentali ribadiscono le responsabilità russe nella crisi internazionale. 

Non abbiamo prove precise che ci permettano di concludere che si è trattato di un attacco alla Polonia“. Queste le parole del presidente polacco Andrzej Duda dopo le prime indagini sul missile russo caduto nel territorio nazionale della Polonia che ha provocato la morte di due civili. Si è trattato “probabilmente un incidente sfortunato” dice Duda, un danno collaterale della guerra che si sta combattendo in questi mesi in Ucraina.

Siamo in contatto diretto con i nostri alleati della Nato” continua Duda che per il momento non ha invocato l’articolo 4 del trattato di Washington della Nato il quale prevede che “le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l’integrità territoriale, l’indipendenza politica o la sicurezza di una delle Parti siano minacciate“.

LE INDAGINI AMERICANE

A tranquillizzare sulla situazione è anche il presidente degli Stati Uniti Joe Biden il quale ha dichiarato ai membri del G7 che il razzo era un missile antiaereo proveniente dall’Ucraina, scagionando ulteriori responsabilità da parte dei russi. Secondo l’intelligence americana si trattava di un missile del sistema S-300.
Per Biden è improbabile che il razzo sia partito dalla Russia “Questo è dovuto all’analisi della traiettoria ma non voglio dire che si sia già completata una vera indagine sull’accaduto” ha aggiunto, chiedendo però di procedere con ulteriori indagini sull’accaduto. Le informazioni con le tracce radar sono state fornite alla Nato e alla Polonia” afferma un funzionario militare. Dall’inizio dell’invasione russa gli aerei dell’Alleanza effettuano una regolare sorveglianza intorno all’Ucraina. Il funzionario della Nato non ha detto chi ha lanciato il missile né da dove è stato lanciato.

LE ACCUSE DELL’OCCIDENTE

Soddisfazione da Mosca che ha definito “misurata” la reazione dell’Occidente e degli Usa alla notizia, “in contrasto con le dichiarazioni di altri Paesi”. Continua però la condanna nei confronti della Russia per l’azione militare in Ucraina da parte dei leader del G7 e della Nato, in particolare per le offensive alle città e alle strutture civili del Paese. “Offriamo il nostro pieno sostegno e assistenza alle indagini in corso in Polonia. Siamo d’accordo di rimanere in stretto contatto per determinare i passi successivi appropriati man mano che le indagini procedono” affermano i leader occidentali.

Per Volodymyr Zelensky però il missile finito in Polonia è “un autentico messaggio della Russia al G20“. Il presidente dell’Ucraina dice che “fra voi c’è uno stato terrorista” riferendosi alla Russia che era presente al summit rappresentata dal ministro degli Esteri Serghei Lavrov.

Per il cancelliere della Germania Olaf Scholz bisogna attendere i risultati dell’inchiesta prima di agire ed è stato “giusto e importante che oggi ci sia stato un incontro veloce dei Paesi Nato qui. È importante che abbiamo chiarito che tutto questo non sarebbe successo se la Russia non portasse avanti la guerra all’Ucraina e senza la forte offensiva contro le infrastrutture. Ma bisogna rimanere oggettivi“.

Il premier britannico Rishi Sunak ha affermato che è necessario prima di tutto “stabilire i fatti” e che “tutti noi vogliamo andare a fondo di quello che è successo”, ribandendo però le responsabilità della Russia nella crisi internazionale e il disprezzo di Vladimir Putin per “le vite umane e delle regole della comunità internazionale”.

MODERAZIONE DALLA TURCHIA

“Non dobbiamo insistere sul fatto che il missile caduto in Polonia sia stato lanciato dalla Russia, sarebbe una provocazione”, ha dettoil presidente turco Recep Erdogan a Bali durante il G20, ricordando le parole di Biden e la dichiarazione G7-Nato, evidenziando la necessità di indagini e di Mosca. “È possibile che si tratti di un errore tecnico – ha detto Erdogan -. Dobbiamo portare il prima possibile Russia e Ucraina al tavolo dei negoziati, la pace può arrivare solo dal dialogo, ci stiamo impegnando per questo, appena torno sarò al telefono con Putin“, ha aggiunto.

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