Delitto Prati, presunto killer in carcere: si cerca ancora l’arma del delitto

Dopo l’interrogatorio in Questura l’uomo accusato di essere il killer delle tre prostitute del Quartiere Prati è stato condotto in carcere.

In attesa dell’interrogatorio di convalida del fermo  si continua a cercare l’arma del delitto.

È atteso in questo inizio di settimana l’interrogatorio di convalida del fermo per Giandavide De Pau, 51 anni. È lui il principale sospettato di essere ii killer che tra le 10 e le 13 di giovedì scorso ha accoltellato a morte tre prostitute nel rione Prati di Roma. Solo una delle vittime – la colombiana 65enne Marta Castano Torres – è stata identificata. Ancora sconosciuta l’identità delle altre donne uccise. Di loro si sa sono la nazionalità – cinese – e l’età approssimativa: 40-45 anni la prima e 20-25 anni la seconda.

Secondo quanto riferisce Roma Today, il nome dell’uomo non è sconosciuto alle forze dell’ordine. In passato era già apparso nell’inchiesta mondo di Mezzo, dove era indicato come l’autista del boss Michele Senese, presente a molti incontri con Massimo Carminati.

Prima di domani, martedì 22 novembre, non ci sarà l’atto istruttorio. Il pm titolare dell’indagine dovrà chiederne la convalida. Poi sarà fissata l’udienza davanti al gip. Al 51enne – alla sua seconda notte in carcere a Regina Coeli – viene contestato il triplice omicidio aggravato. Per il momento però non gli è stata contestata la premeditazione.

Le parole durante l’interrogatorio in Questura

Marta Castano Torres, l’unica finora identificata tra le tre vittime – Meteoweek

De Pau è stato fermato sabato a Primavalle. Decisive le telecamere e soprattutto la segnalazione della sorella. L’uomo ha dei precedenti per violenza sessuale e ha sofferto di problemi psichici. “Sono andato da mia madre e mia sorella con i vestiti ancora sporchi di sangue. Ero stravolto e mi sono messo a dormire per due ore sul divano e poi, alle 6 di mattina, sono arrivati i poliziotti che mi hanno bloccato”. È quanto avrebbe raccontato agli inquirenti durante le sette ore di interrogatorio in Questura, riferisce l’AGI.

Avrebbe di fatto ammesso l’aggressione di almeno due donne in un momento di lucidità dicendo: “Mi contestate due omicidi, quindi non avrebbe senso negarne un terzo”. Nella serata di sabato è stato accompagnato a Regina Coeli.

Oggi verrà affidato l’incarico al medico legale per effettuare le autopsie sul corpo delle tre donne uccise. L’atto istruttorio sarà eseguito all’istituto di medicina legale del Policlinico Agostino Gemelli dove si trovano le salme delle vittime. L’obiettivo degli inquirenti è accertarsi se le ferite sui corpi delle tre prostitute siano state inferte dalla stessa lama. Si presume possa essere un’arma da taglio tipo stiletto. Ma si tratta ancora di ipotesi. Malgrado le ricerche l’arma del delitto non è ancora saltata fuori.

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